Un cinghiale a passeggio per le vie cittadine ne è una recente riprova. Cambia il suo habitat e si modifica anche il comportamento della fauna selvatica. Come tutelarla
di Valentina Milite
È di solo poche settimane fa l’avvistamento di un cinghiale in strada a Nocera Inferiore, in zona San Mauro. Ma anche lepri, volpi e piccoli mustelidi. I contadini e proprietari di terreni agricoli a ridosso di Monte Albino riferiscono di avvistare sempre più spesso esemplari di fauna locale in punti in cui raramente erano soliti farsi scorgere.
Animali selvatici quindi sempre più vicini ai centri abitati. La causa è sicuramente da ricercare nelle recenti lunghe chiusure dovute all’emergenza sanitaria covid, che imponendo uscite limitate alle necessità e rientri ad orari prestabiliti, ha lasciato maggior spazio agli animali di esplorare indisturbati il territorio.
Tuttavia, con le graduali riaperture, riprendono anche le passeggiate in campagna ed in particolare sui nostri percorsi pedemontani. Vediamo quindi quali animali potremmo incontrare durante le nostre escursioni nel Parco dei Monti Lattari e come comportarci per non disturbarli.
Partendo dai mammiferi, quelli che abitano i nostri monti sono: cinghiali, volpi, ricci, talpe, arvicole, topi di campagna, vari mustelidi, tra cui donnole, faine e martore. Raramente avvistato anche il tasso e la puzzola.
Vasta l’avifauna del territorio, con: poiane, gheppi, ghiandaie, falco pellegrino, tordi, merli e gazze, il corvo imperiale, passeri e cardellini. Presenti anche rapaci notturni come l’allocco e la civetta.
Tra i rettili, presenti, oltre alle tante lucertole campestri e muraiole: il ramarro, il geco, la biscia e il biacco.
Come anfibi invece: il rospo, la rana italica e la salamandra pezzata.
Generalmente tutti questi animali se non disturbati tenderanno a non infastidire gli umani, ma anzi ad allontanarsi. La regola generale è quindi quella di non interferire con il loro percorso ed eventualmente limitarsi ad ammirarli da lontano, senza disturbarli. Loro faranno altrettanto. Mantenere, in ogni caso sempre la prudenza quando si passeggia in campagna o per boschi e fare attenzione ai rumori che ci circondano. E se proprio dovessimo trovarci dinanzi ad un animale selvatico, ricordiamo che l’animale tenderà sempre a scappare se ne ha la possibilità; quindi allontanatevi lentamente di modo da dargli spazio per fuggire, altrimenti potrebbe rilevarvi come una minaccia e proverà a difendersi.
Ancora numerosa, fortunatamente, seppur non come un tempo, anche la popolazione degli insetti: coleotteri, api, bombi, falene, farfalle.
Molti Nocerini ricorderanno che anni fa, in primavera ed estate, il percorso oggi ribattezzato “della salute” si riempisse di questi animaletti alati, in particolare di tantissime fegee (le farfalline nere a strisce gialle e pois bianchi), oggi visibili sempre più di rado; e che, al calar del sole, i lati erbosi che costeggiavano il sentiero si illuminassero di lucciole. Purtroppo, è da più di qualche anno invece che vederle risulta sempre più sporadico. Anche in questo caso il motivo è dovuto al cambiamento del loro habitat, causato dagli insediamenti urbani sempre più invasivi, le cui conseguenze sono: un’aria meno salubre, un clima più caldo ed acque contaminate.
Se esiste quindi una vaga speranza di poter ripristinare il nostro ecosistema come un tempo per tutti i suoi abitanti, questa sta a noi uomini che dobbiamo reimparare a vivere in equilibrio con il territorio e le altre specie che lo popolano.