Parte oggi una campagna provocatoria e volutamente cruda nei messaggi, per sensibilizzare le istituzioni locali, regionali e nazionali sulla necessità di agire sul tema
Si chiama “Acqua Sarnella” ed è una campagna decisamente provocatoria, pensata e realizzata gratuitamente da 4 esperti professionisti della comunicazione come Gianluca Sales, Aldo Padovano, Fabrizio Pozza e Gaetano Del Mauro in collaborazione con l’associazione “Controcorrente”.
Ha come scopo quello di sostenere le associazioni del bacino idrografico del fiume Sarno nella lotta per il disinquinamento del fiume e la riqualificazione dei territori bagnati da esso. Parliamo di un corso d’acqua lungo appena 24km ma esteso su un bacino idrografico di 438mila km quadrati, che attraversa 39 comuni tra le province di Salerno, Avellino e Napoli. Il suo inquinamento mette in serio pericolo la salute di quasi un milione di abitanti.
“Acqua Sarnella” rappresenta lo strumento attraverso cui l’associazione “Controcorrente”, assieme alle tante altre realtà associative presenti sul territorio, vuole rilanciare la sensibilizzazione e la divulgazione di massa riguardo le criticità legate al fiume Sarno ed al suo devastante impatto sulla salute dei cittadini, con particolare attenzione ai tumori e alle malattie neuro-degenerative causati dai metalli pesanti presenti in grandissima concentrazione all’interno del fiume.
Sarnella rappresenta il grande paradosso della nostra terra che vive e muore di ironia. È il simbolo di un’esigenza che per i cittadini campani non può più essere rimandata. Il Covid-19 ha dimostrato ancora una volta l’importanza primaria del diritto alla salute, che non può essere oggetto di contrattazioni politiche. La mission di Sarnella è, in una chiave squisitamente realistica, quella di sdoganare la battaglia per il disinquinamento del fiume più inquinato d’Europa dal provincialismo che la contraddistingue, al fine di innescare reazioni a livello politico e sociale su scala nazionale, se non europea.
Un’autentica molotov d’acqua contro il disinteresse e l’immobilismo delle istituzioni politiche e giudiziarie.
All’inquinamento industriale proveniente soprattutto dal polo conciario di Solofra, ma anche da altri settori produttivi, si aggiunge poi quello domestico. Molti dei 39 comuni del bacino del Sarno, infatti, non dispongono di un sistema di collettamento fognario portando ad una concentrazione abnorme di escherichia coli presente nel fiume.
Dati che certificano l’altissimo rischio di sviluppare patologie tumorali e non solo.