Assembramenti, mancato utilizzo della mascherina e violazione del coprifuoco sono all’ordine del giorno. I titolari dei locali non ci stanno: «Se torniamo arancioni stavolta non chiudiamo»
Il primo fine settimana di zona gialla, tra l’altro coinciso col ponte del Primo Maggio, ha messo in evidenza in tutta la Campania grossi problemi nella gestione della movida.
Pienone a Napoli e Salerno, con lungomari e centri storici letteralmente presi d’assalto. Non è andata tanto diversamente a Nocera Inferiore, dove i locali del centro hanno fatto registrare il tutto esaurito già a partire da giovedì sera. Note liete, se si considera la paralisi economica degli ultimi mesi e la voglia di normalità che si respira nell’aria da diverse settimane. Il rovescio della medaglia mostra, però, comportamenti del tutto irresponsabili soprattutto dei più giovani. Restando nella città capofila dell’Agro si è potuto assistere a una totale mancanza delle regole, tra l’altro documentata da un video, diventato immediatamente virale, che mostra decine di giovani intenti a bere e festeggiare in un locale del centro senza mascherina e senza alcun distanziamento. È bastato fare quattro passi per il cuore della movida, ma in generale per tutta la città, per constatare come alcune attività ignorino completamente le indicazioni dettate per ridurre al minimo le possibilità di contagio: tavoli a meno di un metro di distanza e formati anche da otto o dieci persone, gruppi di ragazzi all’interno o comunque in prossimità di bar, pub o ristoranti ammucchiati in pochi metri quadrati a fumare e bere, ovviamente senza indossare dispositivi di protezione che, in alcuni casi, diventano un optional anche per i camerieri che effettuano servizio ai tavoli o dispensano cocktail e drink “da asporto”. Una situazione che non è sfuggita agli occhi del sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato che, nel consueto diario domenicale, ha puntato in maniera inequivocabile il dito contro i trasgressori, minacciando provvedimenti drastici e mirati verso chi infrange le regole, che siano proprietari di locali o cittadini. Il grido di protesta giunge anche dagli esercenti che si sforzano, anche con un minimo di buon senso, a far rispettare le normative dettate dal comitato tecnico scientifico. «Oltre a temere per la nostra salute e per quella dei nostri cari siamo seriamente preoccupati di tornare in zona arancione o addirittura rossa – ci dicono in tanti – se così dovesse essere stavolta non ci faremo da parte, non chiuderemo e continueremo a svolgere l’attività che ci consente di portare il pane a casa rispettando tutte le regole, come abbiamo sempre fatto». Il problema denunciato dalle parti in causa, compresi i residenti delle zone centrali, è la totale mancanza di controlli. Tra venerdì e sabato le forze dell’ordine si sono semplicemente limitate a far rispettare il coprifuoco, invitando tutti ad alzarsi da tavola alle ore 22. È andata un po’ meglio ieri sera; Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno presidiato il centro per quasi per tutta la serata, pronti ad elevare contravvenzioni a tutti coloro i quali infrangevano le regole in maniera troppo evidente e clamorosa. Il lavoro delle forze dell’ordine serve a poco senza comportamenti maggiormente responsabili dei più giovani, che hanno tutto il diritto di riprendersi il divertimento e la libertà, ma che con troppi eccessi rischiano di compromettere i propri cari e i più fragili, vanificando tutti i gli sforzi che si stanno facendo anche con la campagna vaccinale.