L’emergenza sanitaria cambiando le nostre abitudini e limitando le uscite sta di fatto modificando anche il nostro modo di presentarci agli altri. Cosa resterà in futuro?
di Valentina Milite
L’emergenza sanitaria ha ormai da più di un anno cambiato drasticamente il nostro stile di vita.
Gli effetti psicologici di questa reclusione domestica coatta sono stati tristemente evidenti a livello sociale ed individuale per ciascuno di noi.
Ce ne sono altri però, fortunatamente meno penosi, ma sicuramente altrettanto e sempre più evidenti (!) su cui vale la pena di soffermarsi: quelli esteriori o estetici!
In periodi di lockdown duro, con negozi, parrucchieri e centri estetici chiusi, negli unici spazi consentiti per le uscite fuori casa (come i supermercati) o durante le obbligate passeggiate serali con gli animali domestici, hanno fatto capolino esseri di inedita e curiosa natura: donne in ciabatte, pigiama, mollettone nei capelli, occhiali da lettura e mascara colato dal pisolino post call del pomeriggio, trascinate al guinzaglio dal proprio cane (l’autrice ammette senza vergogna trattasi di un’autodescrizione), e uomini in divisa quarantena = tuta perenne e maglietta sdrucita di un qualche personaggio a caso dei cartoni animati risalente ai tempi del liceo (a ricordare la mai perduta verve giovanile), capelli e barba incolta di un mese.
Per tentare di arginare il fenomeno e di ridare un minimo di dignità alla popolazione, anche i brand di moda si sono adeguati alla nuova necessità di comfort. Quasi tutti i marchi di abbigliamento hanno proposto intere linee di capi comodi da casa, lanciando collezioni dagli altisonanti nomi di “loungewear” o “homewear”, semplicemente per indicare la classica tutona da casa, ma chic! In tuta sì, ma con stile, insomma!
Ed ecco che vediamo comparire nelle vetrine digitali dei negozi (dove oramai un po’ tutti ci siamo abituati a fare spese in tempo di chiusure; perché ok, non si esce, ma la necessità di shopping e di acquisto compulsivo non muore mai!): tute di ogni tipo (colorate, con stampe, merletti, paillettes…), pigiami che non sembrano pigiami (e quindi chi se ne frega?! Ci esco pure!), borse glamour che ricordano sempre più le shopper del Conad e per finire, sandali che sembrano ciabatte, che sembrano crocs.
E del resto in effetti in questo ultimo anno, tutte noi donne abbiamo quasi dimenticato vestiti e tacchi e ci siamo abituate a questo abbigliamento comodo e alle sneakers perenni (lode a loro!), ci siamo rese conto che non è poi così indispensabile essere sempre truccate per uscire di casa o avere la perfetta messa in piega o aver fatto il tagliando completo dall’estetista.
Anche la McDormand quest’anno ha ritirato l’Oscar alla migliore attrice con la ricrescita. E chi sono io per pretendere di essere in ordine per andare al massimo a ritirare la mia pizzetta unta in rosticceria?!
Certo, ci sono giorni e sere in cui vogliamo valorizzare la nostra femminilità e scegliamo di prepararci anche solo per stare in casa o portare il cane fuori, ed è giusto sia così. Altre volte invece, provandoci ci ricordiamo di quanto dessimo forse troppa importanza a queste cose (personalmente una sera ho provato a ritruccarmi e non ricordavo come si facesse!). Quello che forse in questo periodo abbiamo imparato noi donne ed anche i nostri compagni, è che a dispetto di quello che anche i media quotidianamente ci propinano, la perfezione davvero non esiste ed il nostro valore e la nostra bellezza prescinde da come appariamo.
…Nel frattempo comunque in Campania siamo da poco in zona gialla, quindi vado a prenotare parrucchiere ed estetista!!