La possibilità di lavorare solo fuori dal locale è una penalizzazione grave per chi non può espandersi all’esterno, e ancora di più chiudere alle 18 per chi invece punta sulle serate
di Valerio D’Amico

La zona gialla iniziata lo scorso 26 aprile non ha ancora giovato a tutte le categorie economiche.

Mentre locali per la ristorazione, cinema, teatri, sale concerto e strutture che organizzano pratica sportiva all’aperto con le dovute restrizioni hanno riavviato la propria attività, restano chiuse, fino a data da destinarsi, sale scommesse e sale bingo. Le piscine riapriranno il 15 maggio, le palestre il 1 giugno, le fiere il 15 giugno; da inizio luglio via libera anche a convegni e congressi. L’abolizione dei vincoli negli spostamenti all’interno della propria regione di appartenenza o tra regioni che si trovano in area gialla o bianca darà linfa anche al turismo. Già a partire dal ponte del Primo Maggio si registra un buon numero di prenotazioni in ristoranti e strutture alberghiere, soprattutto nelle località di mare. Restando al mondo della ristorazione il rovescio della medaglia mostra, invece, locali costretti a tenere ancora le serrande abbassate perché non dispongono di spazi all’aperto da attrezzare coi tavoli. Salvo ulteriori modifiche dal 1 giugno in zona gialla potranno riaprire, ma solo fino alle 18. Tempi duri, quindi, soprattutto per quel tipo di attività che registrano una maggiore affluenza a cena.

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