Linda D’Aprano, mamma del pelosetto Milly, tragicamente deceduta l’altro giorno, condanna la spettacolarizzazione della cronaca e ricorda la sua compagna di 17 anni
di Anna Panariti
Sovente ci si ritrova a parlare d’incuria, una delle più comuni cause della morte di un animale.
Ma non sempre è così. O almeno non è stato questo il caso che ha visto volare, dal quarto piano dell’abitazione di Linda, la sua amatissima cagnolina di nome Milly.
È con profonda sofferenza che Linda D’Aprano, docente della scuola dell’infanzia, e prima ancora delle elementari, vive la perdita di una delle sue compagne di vita.
«Ho sempre vissuto in compagnia di pelosetti, che hanno accompagnato sempre i miei percorsi di vita, persino i trasferimenti in altre città quando per lavoro ero costretta a viaggiare.
Lo scorso anno ho perso Giada, che viveva in simbiosi con Milly: condividevano lunghe passeggiate per tutta la città e giochi a casa.
Hanno condiviso con me un bel tratto di strada: 17 anni non sono pochi, ma non sono mai molti rispetto alla speranza che, chi, come ognuna di esse, ti è stata vicina sempre ed immancabilmente in altri momenti drammatici della vita, possa vivere ancora per anni e non lasciarti mai.
Purtroppo esistono le tristi fatalità, esistono tragici incidenti, esiste l’imponderabile.
Milly aveva quasi 17 anni, era diventata da qualche tempo cieca ed anche sorda. Mi seguiva con l’olfatto e faticava anche a camminare. Ha vissuto la sua vita sempre cosi come il giorno in cui è deceduta, precipitando dal balcone.
Le lasciavo, quando andavo a scuola, un’anta della finestra aperta per consentirle di prendere aria così come era solita fare. Non mi sarei mai attesa questa tragica fatalità che ha ucciso la mia cagnolina, sulla quale ancora mi interrogo. Le sbarre, inferriate del balcone, la ringhiera sono sempre le stesse… eppure chissà come il tragico incidente! È un dolore immenso per me questa perdita. Certo Milly era anziana e purtroppo aveva delle patologie significative che mi stavano preparando all’idea che prima o poi ci saremmo separate. Ma non in quel modo e non senza neanche un saluto. Ringrazio tutti coloro i quali si sono prestati ad offrire alla mia piccola ogni supporto e soprattutto steso un velo, proteggendola da chi anche di fronte alla morte di un essere vivente, tende a dare priorità alla spettacolarizzazione».