virus terapia genica

Se ne è parlato in un Convegno web organizzato da FortuneItalia in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare Scienza e Salute, CittadinanzAttiva e #VITA

virus terapia genicaIl 2030 sarà un anno cruciale per la medicina, che, grazie alle ricerche sulle terapie genetiche avanzate in corso, sarà in grado di curare inizialmente 350 mila persone all’anno affetti da malattie oggi incurabili, con successivi incrementi di 50mila persone all’anno. Se ne è parlato nel convegno digitale “Terapia Avanzate: come arrivare ad un cambio di paradigma sostenibile” organizzato da FortuneItalia con l’Intergruppo Parlamentare Scienza e Salute, CittadinanzAttiva e l’associazione #VITA (Valore e Innovazione delle Terapie Avanzate) composta da aziende impegnate nella ricerca in questo settore, seguito da una tavola rotonda con le Istituzioni.
Sono già oltre 450 aziende le aziende nel mondo sullo sviluppo delle terapie geniche (appartenenti alla più ampia categoria delle terapie avanzate dove le aziende coinvolte sono 900). Sarà una rivoluzione per il malato e per la società. La vera nuova frontiera della medicina che oggi spazia dalle malattie genetiche e, in particolar modo quelle rare, al cancro, passando per le malattie autoimmuni e le malattie infettive.
terapia genicaQueste nuove tecnologie nascono dall’idea di usare i geni, alla base del funzionamento delle cellule, come se fossero minuscoli pezzi di ricambio capaci di sostituire le parti difettose. Grazie a questi si possono ristabilire, correggere o modificare le funzioni fisiologiche compromesse nei malati. I costi iniziali per i sistemi sanitari dovranno essere gestiti nell’ambito della sostenibilità, adeguando gli strumenti di contabilità nazionale ed europea che oggi qualifica tutta la spesa farmaceutica come un ‘costo’ e non tiene conto che, grazie al progresso tecnologico, in alcuni casi sono presenti evidenti elementi di ‘investimento’, da fare una sola volta e che producono benefici immediati e duraturi nel tempo. Ciò consentirebbe di compensare contabilmente la spesa annuale con il risparmio per il Servizio sanitario nazionale generato dalla terapia, garantendone così l’accesso a un numero più elevato di pazienti potenzialmente eleggibili.
Tra i centri maggiormente impegnati in questo tipo di ricerca, in Italia troviamo l’Ircss San Raffaele di Milano, il Centro di medicina rigenerativa “Stefano Ferrari” dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, l’Ircss Bambino Gesù di Roma, il Centro clinico NeMO del Policlinico Gemelli, sempre a Roma, l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.

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