È una delle pietanze che contraddistingue la cucina sicula, ma pur essendo una ricetta comune a tutta l’isola viene attribuita a Catania, indiscussa città d’origine
di Maria Barbagallo
Quando a Catania si dice: «Pari ‘na Norma», si vuole intendere qualcosa di particolarmente bello. Da cosa deriva il nome? Ci sono alcune versioni: una molto semplice che pare si colleghi al termine «a norma», fatto, cioè, a regola d’arte.
Un’altra risale all’opera lirica di Vincenzo Bellini (Catania 3 novembre 1801 – Puteaux 23 settembre 1835) la «Norma», opera in due atti su libretto di Felice Romani dalla tragedia «Norma ou l’infanticide» di Alexandre Soumet. Gli etnei in omaggio al cigno catanese «inventarono» questa pietanza dandole il nome dell’opera.
Ma il perché di questo nome sembra essere quello raccontato in questo aneddoto catanese. Siamo nella Catania del 1920 e a casa Musco-Pandolfini troviamo riuniti a pranzo alcuni amici: il grande attore catanese Angelo Musco, che viveva a casa della sorella Anna, sposata con Giuseppe Pandolfini, i figli di questi ultimi il caratterista Turi e il teatrante Janu, sposato con la signora Saridda D’Urso, i commediografi e giornalisti Nino Martoglio, Pippo Marchese e Peppino Fazio. Quando la signora Saridda, portò a tavola gli spaghetti con la salsa di pomodoro, le melanzane fritte e la ricotta salata grattugiata, Nino Martoglio sembra abbia esclamato: «Chista è ‘na vera Norma», per definire la suprema bontà di questa pietanza. La frase fece il giro di tutta via Etnea, da sempre il salotto dei catanesi. E fu così che a Nino Martoglio venne dato l’onore ed il merito di aver battezzato la famosa pasta catanese.
Ecco la ricetta per 4 persone
400 gr. di pasta (spaghetti o maccheroni) – 2 melanzane medie – 500 gr. di pomodori pelati – ricotta salata – 2 spicchi d’aglio – foglie di basilico – olio EVO – sale q.b.
Lavare le melanzane e tagliarle a fette verticali. Adagiarle una sull’altra in un colapasta e cospargere ogni strato con del sale grosso. Coprirle con un piatto e porvi sopra un peso. Lasciarle spurgare per circa un’ora. Dorare gli spicchi d’aglio nell’olio. Versare i pomodori e farli cuocere. Una volta pronto il pomodoro aggiungere delle foglie di basilico. Sciacquare le melanzane, asciugarle con un panno e friggerle in olio caldo, finché diventano dorate. Mettere le melanzane fritte su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolarla al dente e condirla con il sugo. Sistemare sopra le fette di melanzane tagliate a listarelle e cospargere un’abbondante grattugiata di ricotta salata. Guarnire con le restanti foglie di basilico.