Messaggi errati vorrebbero l’inadeguatezza delle famiglie che non riescono più a svolgere quel ruolo educativo che è in nuce la cellula educativa di base e del vivere sociale
di Francesco Li Pira
Come al solito si è privilegiato un focus sul contenente (banchi, device …) rispetto alla reale efficienza del contenuto.
La scuola è fatta dagli alunni e dai docenti, in primis, e ogni innovazione può essere accettata e sperimentata solo dopo una messa in sicurezza e un ammodernamento effettivo (e non di facciata) dell’edilizia scolastica. E da marzo ad oggi il tempo c’è stato!
E che incertezza a inizio anno sulle cattedre sguarnite e il caos delle GPS, un dispendio enorme di energie che potevano essere convogliate su ben altre priorità, vista la delicata situazione dell’inizio anno scolastico, vista la necessità impellente e solo oggi sorta delle classi numerose. Quasi che non si sapesse che da anni gli organici sono sottodimensionati e le classi sono bel oltre il limite di una qualsiasi sicurezza fisica ed efficacia scolastica.
Ma forse a Viale Trastevere si era troppo occupati a scegliere la sigla più accattivante per rendere più glitterata e fashion la scuola.
Certo, facciamo subito venire i computer a scuola e attuiamo un PNSD del quale si parla da anni (ma lasciamo stare la reale effettività)! E intanto abbiamo alunni che non riescono a scrivere in corsivo perché spesso si privilegia per chiarezza ed efficacia lo stampatello, che non riescono a decodificare un testo o capire un’istruzione, perché il riassunto è stato accantonato in quanto agé.
Eh sì, l’ansia modernista delle riforme ha colpito al cuore la Scuola (ma oggi negli USA si sta rivalutando la funzione pedagogica del riassunto e magari tra un quinquennio anche in Italia si ritornerà), tendendo sempre più a svuotarla della sua funzione a discapito di una competenza fintamente sbandierata e assurta a grido d’ordine. Ma la competenza non è inscindibile dalla conoscenza e non ci può essere una competenza reale senza una effettiva conoscenza.
E che dire dello svilimento della funzione pedagogica dei docenti? Sulla scuola si sono volute addossare una serie di sovrastrutture, di funzioni e di ruoli che di certo non rientrano tra quelli primari delle scuole ma che per comodità sono stati fatti ricadere sulle scuole senza un adeguato e preventivo coinvolgimento dei professionisti scolastici.
Per non parlare del pasticcio burocratico emerso…
Non sono un reazionario assolutamente o apprezzo tutti i tentativi comunicativi, purché l’obiettivo venga raggiunto: analizziamo il messaggio della famosa coppia di infuencer dei Ferragnez (Ferragni e Fedez).
Per veicolare il contenuto (un giusto messaggio), si è voluto impiegare un contenente (i Ferragnez) e di per sé la scelta può essere condivisibile, se non fosse che ha reso palese non tanto il ruolo precario della comunità educante intera, ma soprattutto l’inadeguatezza delle famiglie che non riescono più a svolgere quel ruolo educativo che è in nuce la cellula educativa di base e del vivere sociale.
E che dire della vilipesa categoria dei docenti, della quale non solo si svilisce il ruolo!
E se la vera riforma fosse quella di avere il coraggio di guardare indietro? di guardare alla storia delle nostre riforme e di fare una sana autocritica? Pare che da Gentile in poi si sia perso l’obiettivo di una scuola effettivamente formativa che vada di pari passo con un’adeguata edilizia scolastica.
Anche il nodo trasporti scolastici che tanto sta infiammando l’opinione pubblica in questo periodo si sarebbe potuto risolvere: non spendere soldi in maniera poco oculata (come, ad esempio, il bonus monopattini), ma ottimizzare le risorse utilizzando i bus privati (dando così fiato ai gestori privati in crisi) e incrementando anche l’acquisto di metropolitane con fondi dedicati. Ottimizzazione vuol dire soprattutto maggiori risorse da usare in base alle effettive esigenze del Paese.
La scuola sicura è la scuola che “si-cura”, che ha bisogno di interagire col Paese, che sia al centro degli sforzi nazionali, che riprenda il proprio ruolo educativo e formativo e abbia il coraggio di abbandonare le disastrose riforme che ne hanno in parte snaturato il proprio obiettivo peculiare, per formare cittadini ed essere il cuore pulsante della ripresa del nostro Paese.