Il governatore della Campania ha espresso solidarietà nei confronti dei commercianti costretti a chiudere le proprie attività, nonostante in strada ci sia gente che gira tranquillamente. Che sia però “un sentimento di rabbia e di rivolta, non di violenza”
di Nello Vicidomini
Nel consueto appuntamento del venerdì in diretta social, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Covid e sulla campagna vaccinale, non rinunciando alle critiche al Governo nella gestione soprattutto delle zone a colori, e quindi per la relativa assenza di controlli.
“In queste ore si decideranno le zone colorate – ha detto De Luca – alcune regioni in zona rossa, altre passeranno in arancione. Bene, noi dobbiamo sapere che alcuni dei criteri per decidere i colori sono demenziali. L’occupazione delle terapie intensive e il numero di decessi per Covid, rispetto a questi due parametri noi siamo all’avanguardia. Poi c’è l’Rt, demenzialità pura. Così noi oggi abbiamo un’occupazione di terapie intensive del 26% e del 37% in degenza, meno di tutte le altre grandi regioni. E siamo in zona rossa. Comunque sia, settimana prima, settimana dopo, usciremo anche dai colori, fortunatamente“. La Campania sembra destinata a restare in zona rossa anche per la prossima settimana, insieme a Valle d’Aosta, Puglia e Sardegna. Arancioni tutte le altre. Successivamente il governatore si è schierato dalla parte degli esercenti che al momento hanno dovuto chiudere le attività per le restrizioni, con il paradosso che per il resto tutto sembra continuare con normalità nonostante l’emergenza, stigmatizzando però la violenza: “La gente fa bene ad arrabbiarsi, perchè se giri in città e vedi tutti in giro tranquillamente, e sei costretto a chiudere il negozio, è ovvio che ti devi innervosire. Se verifichi che l’Italia è abbandonata a se stessa e non c’è un minimo di controllo, è chiaro che la gente si indigna. Esprimo solidarietà per quelli che vivono un sentimento di rabbia e di rivolta, non di violenza“. Argomento caldo della settimana è stato ancora il vaccino AstraZeneca, tra raccomandazioni e timori dei cittadini: “É stata la settimana di AstraZeneca, una confusione che ha gettato nello sconcerto tutti i cittadini. Io continuo ad ascoltare una comunicazione demenziale: è un vaccino che garantisce benefici superiori ai rischi, e ci mancherebbe altro. Credo che dobbiamo mantenere i nervi saldi. Decine di migliaia di persone hanno fatto AstraZeneca in Campania e possono stare tranquilli per fare anche la seconda dose. Realisticamente sono state inoculate milioni di dosi di questo vaccino e sono stati registrati pochissimi casi, forse meno numerosi di quelli del vaccino antinfluenzale“. In Campania la campagna vaccinale continua con numeri sempre più in crescita, giorno dopo giorno. Ma per De Luca non basta: “Abbiamo sforato la soglia del milioni di dosi di vaccino, quasi il 40% ha avuto anche la doppia dose. Devo dire che non abbiamo avuto problemi di particolare scorrettezza, nel senso che non c’è stato nessun accordo con categorie professionali. Siamo andati avanti con correttezza. E tuttavia ancora oggi la Regione Campania è quella che ha ricevuto la percentuale più bassa di vaccini in proporzione alla popolazione. Ad oggi abbiamo 220mila vaccini in meno di quelli che dovremmo avere. Ho ascoltato ieri un grido di dolore e indignazione di Draghi, che condividiamo tutti, rispetto a qualche trentenne che ha scavalcato qualche ultra70enne. Ma dico a mia volta al Presidente del Consiglio: con quale coscienza si può togliere ai cittadini campani una quantità così elevata di dosi di vaccini? La coscienza deve funzionare sempre, non a corrente alternata. Rivolgo questo mio appello con rispetto agli esponenti di Governo. Nessuno in Italia avrebbe fatto quello che abbiamo fatto noi a queste condizioni, dobbiamo essere orgogliosi. Con quale coscienza poi l’AIFA dorme e non lavora per autorizzare in autonomia gli altri vaccini disponibili, in una emergenza così grande?“. Nel weekend, inoltre, partirà la vaccinazione di massa sulle isole campane, in particolare Capri e Procida, dal 15 aprile Ischia: “Continuiamo a credere che la scelta di vaccinare gli abitanti delle isole sia la scelta giusta. Procederemo anche qui vaccinando prima gli ultra80enni. Si tratta di una grande risorsa per il turismo, se riusciamo a comunicare al mondo interno nel giro di qualche mese che abbiamo dei luoghi liberi dal Covid. Non è un settore qualunque il settore turistico, perchè è basato su un sistema di prenotazioni e bisogna anticipare i tempi. Vedo che questa idea è stata presa per buona dal Governo. Meglio tardi che mai“. De Luca ha però le idee chiare per quella che sarà la seconda fase della campagna di vaccinazione anti-Covid. Dopo ultra70enni e soggetti fragili, spazio anche alle categorie economiche per la ripresa del lavoro: “Dobbiamo capire che poi dobbiamo procedere per categorie economiche e non più per fasce d’età, con coraggio e senza polemiche inutili. Ci sono lavoratori che dovrebbero essere coperti dal vaccino e non lo sono, come quelli del trasporto pubblico, necessario per l’apertura in sicurezza delle scuole. I dipendenti degli uffici pubblici, delle poste, dei supermercati e così via. Dobbiamo vaccinarli subito. Si parte a maggio perchè non ci sono i vaccini, quando li avremo procederemo con una campagna direttamente sui luoghi di lavoro. Ci muoveremo quindi su due piani, fasce d’età e contemporanemanete categorie economiche, perchè dobbiamo garantire il lavoro. Ieri abbiamo fatto 28mila vaccinazioni, entro qualche giorno dobbiamo arrivare a farne 60mila per uscire da questa situazione, sperando che arrivino le dosi. Consegneremo le tessere ai vaccinati per permettere accessi selezionati e far riprendere i settori fermi. Stiamo cercando di fare di tutto per tenere insieme l’attività contro il Covid e l’iniziativa per dare respiro alla vita sociale e alle attività commerciali“.