Sarebbero comunque in crescita i lavoratori in provincia malgrado la persistenza della pandemia. Indispensabili saranno le riforme e le semplificazioni degli adempimenti burocratici
Presentato questa mattina a Salerno, nel corso di un webinar organizzato da Confindustria Salerno, il rapporto completo della CCIAA di Salerno “Mercato del lavoro in Campania” e la sintesi dell’indagine “L’industria campana e il Covid-19: l’impatto sulle performance d’impresa e aspettative future”.
Sono emersi dati sorprendentemente positivi: per Marco Pini, economista del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, «negli ultimi cinque anni il tasso di occupazione in Campania ha risalito la china recuperando in media circa un terzo del terreno perso dopo la forte caduta nel periodo di recessione nazionale 2008-09 e 2012-13. Considerando il persistere della crisi da Covid-19, la resilienza e ripresa occupazionale verso il pieno recupero passa dalla duplice Transizione ecologica e digitale: le imprese campane che hanno la più elevata probabilità di vedere nel 2021 l’occupazione stazionaria o in crescita sono proprio quelle che hanno investito sia in Industry 4.0 che nella green economy».
«Dalla rilevazione – ha dichiarato Antonio Ferraioli, presidente di Confindustria Salerno – è emerso che, nonostante gli impatti più gravi della pandemia si siano verificati non nelle attività manifatturiere ma in settori ad alta intensità di relazioni personali come ad esempio il turismo, molte imprese hanno riscontrato più di una criticità. Contrazione della domanda e minori flussi di cassa per l’aumento dei prezzi delle forniture e delle materie prime – quest’ultimo diventato esponenziale nelle ultime settimane – hanno determinato per le imprese crisi di liquidità. Organizzare la ripresa complessiva del sistema economico e produttivo è pertanto quanto mai urgente, anche al fine di evitare che tali criticità possano protrarsi determinando tagli agli investimenti privati.
In linea con gli obiettivi strategici previsti dal PNRR andranno indirizzate risorse verso il sistema produttivo per promuovere investimenti rivolti ai temi della sostenibilità e della digitalizzazione, favorendo in tal modo un rilancio dell’occupazione, soprattutto di quella giovanile e femminile che presentano situazioni di maggiore disagio, anche nel confronto con gli altri Paesi Europei. Inoltre, sarà essenziale il rapporto scuola-mondo dell’impresa per risolvere il mismatch che, tanto spesso, si crea tra domanda e offerta di lavoro. Indispensabili saranno le riforme e le semplificazioni degli adempimenti burocratici, volte a consentire un realizzo degli investimenti in tempi rapidi».