Dopo le feste pasquali, in zona rossa si tornerà tra i banchi di scuola fino alla prima media; in arancione fino alle superiori. Il ministro Speranza: «La situazione è ancora delicata»
Non si riaprirà neanche dopo Pasqua. È questa, in estrema sintesi, la linea del governo Draghi per il periodo che seguirà le festività oramai prossime.
Dal 7 aprile si continuerà con le restrizioni in vigore fino a Pasqua, anche se i presidenti di Regione sembrano intenzionati a chiedere al ministro della Salute Speranza più aperture e maggiore tolleranza.
Il decreto legge che verrà sarà quasi una copia conforme di quello attuale: fino al 30 aprile le regioni saranno in zona arancione o rossa con il giallo ufficialmente abolito; inoltre, nel ponte tra il 25 aprile e il primo maggio, sarà zona rossa per tutti. Non si potrà uscire dalla propria regione se non per lavoro, salute e necessità. Ancora chiuso il settore della ristorazione con la sola possibilità di asporto e consegna a domicilio; cinema e teatri, che avrebbero dovuto riaprire ieri, resteranno inattivi a tempo indeterminato così come palestre e piscine. L’unica novità del post Pasqua riguarderà l’universo scuola: ci sarà la ripresa delle lezioni in presenza fino alla prima media anche in zona rossa. Nelle zone arancioni saranno in classe tutti gli studenti fino alla terza media e al 50% quelli delle superiori.
Si studia inoltre la possibilità di consentire ai parrucchieri di riprendere le attività anche in zona rossa. «Le misure adottate finora- ha detto il ministro Speranza- ci hanno dato un primissimo segnale di rallentamento, ma la situazione è ancora delicata». Insomma, pur non chiamandolo lockdown, di fatto l’Italia resterà ferma (almeno) fino al primo maggio.