Tra versi e allegorie, ecco alcune curiosità sul poeta. L'”onore del mento” da sempre nascosto perché all’epoca era usato soprattutto dai rivoluzionari
di Fabrizio Manfredonia
Oggi, più di 700 anni fa, iniziava il meraviglioso viaggio ultraterreno di Durante Alighieri, detto Dante.
Dall’anno scorso, su proposta del ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, la giornata di oggi è stata ribattezzata Dantedì.
Per un cospicuo numero di dantisti sarebbe proprio il 25 marzo la data scelta dal poeta per ritrovarsi nella «selva oscura»; secondo altri la data corretta sarebbe l’8 aprile del 1300, il venerdì santo di quell’anno.
A prescindere dall’esatta datazione, ciò che conta oggi, citando il presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, è la celebrazione di un «simbolo letterario, dell’idea stessa di nazione, dell’idea di Italia. Dante è il grande autore italiano che ha una statura internazionale riconosciuta in tutto il mondo, dalla Cina all’Australia. Parlare di Dante è parlare dell’Italia».
Ed è proprio così: in un momento storico dove il latino era considerata la lingua per eccellenza, Dante sceglie di utilizzare per la sua Commedia il volgare fiorentino e nel fare ciò, nell’utilizzare latinismi, gallicismi e diversi registri linguistici, plasma una lingua che ancora oggi, nonostante le modifiche e le contaminazioni, continuiamo a parlare.
Il viaggio del Sommo è allegoria di un percorso che dal buio conduce verso la luce, che dalla bestialità vissuta e narrata raggiunge la beatitudine. Un pellegrinaggio che, forse, speriamo di compiere tutti noi in questi tempi pandemici, così da uscire «a riveder le stelle».
Oltre che ricordare il viaggio ultraterreno ma al tempo stesso umano (troppo umano, per citare Friedrich Nietzsche) dantesco, può essere interessante segnalare curiosità e aneddoti sul poeta fiorentino. Eccone alcuni.
Nonostante Beatrice, la donna-angelo che guida il Poeta nella parte finale del viaggio, Dante era sposato con Gemma Donati fin dall’età di vent’anni. Il matrimonio era stato già deciso quando l’Alighieri era solo un dodicenne! Dalla loro unione nacquero quattro figli: Jacopo, Pietro, Giovanni e Antonia.
I suoi interessi non erano soltanto letterari: amava la politica, si formò come medico e combatté nella battaglia contro Arezzo.
Dalle descrizioni che abbiamo di lui, alcune ci vengono da Boccaccio, sembra che non fosse particolarmente alto, che avesse il naso aquilino, il mento sporgente e… la barba nera. Nonostante nell’iconografia classica sia sempre rappresentato perfettamente rasato, in un quadro custodito ad Orvieto Dante ha una folta barba nera.
Pare inoltre che il Sommo fosse un personaggio permaloso, dall’ottima memoria nonché grande amatore. Chi scrive, quando incappa in curiosità del genere, si ritrova ad ammirare in maniera esponenziale Dante Alighieri. L’essere umano, oltre che simbolo, alimenta la straordinarietà di una persona capace di un estro tale sulla carta e di umanità nella vita quotidiana.
Il Dantedì sarà caratterizzato da moltissime iniziative che coinvolgeranno scuole e istituzioni culturali: chiaramente tutto si svolgerà da remoto.