Contagiato dal coronavirus, è morto nella notte dopo il peggioramento delle sue condizioni al Ruggi. Era famoso in tutta Italia per i riti di liberazione di persone che si consideravano “possedute”
di Redazione
Non ce l’ha fatta don Gennaro Lo Schiavo. L’esorcista e monaco benedettino, rettore del santuario dell’Avvocatella di Cava de’ Tirreni e dell’Avvocata di Maiori, è deceduto la notte scorsa a causa di complicazioni dovute al Covid-19. Era ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Ruggi di Salerno per una polmonite bilaterale.
Molto scossa dalla notizia la comunità metelliana, soprattutto i tanti fedeli che giorno dopo giorno hanno pregato per la sua guarigione. Una vera istituzione in città, per la sua scomparsa è intervenuto anche il sindaco Vincenzo Servalli. “Con la morte di don Gennaro – ha commentato il primo cittadino – non solo la millenaria abbazia benedettina, ma tutta la nostra città, subisce una gravissima perdita. Il Covid-19 ci priva di un punto di riferimento, di un pezzo della nostra storia. Al Padre Abate, Michele, ed a tutta la comunità monastica, esprimo le mie sentite condoglianze certo di interpretare il sentimento di tutti i cavesi“. Nativo di Castellabate, Lo Schiavo era molto noto in tutta la Campania e nel resto d’Italia proprio per le pratiche di liberazione da presunte presenze demoniache, al punto che la storica abbazia cavese è diventata negli anni un luogo di pellegrinaggio per chi si considera controllato da spiriti maligni.