Con i 535 sì della Camera e i 262 del Senato il governo può cominciare a lavorare. M5S diviso tra favorevoli e contrari. È la fine del Movimento?
di Fabrizio Manfredonia
Si è conclusa con esito positivo la due giorni di votazioni alla Camera e al Senato che ha ufficialmente dato al neo esecutivo targato Draghi la fiducia necessaria a governare.
Si tratta di una vittoria ma non del trionfo che ci si aspettava: tornando indietro con la memoria, l’altro governo “tecnico” della storia recente con Mario Monti presidente aveva incassato alla Camera 556 voti favorevoli, mentre Draghi si è dovuto “accontentare” di 535 consensi. Poco male: i numeri sono comunque confortanti, sommando anche i 262 senatori che, nella giornata del 17 febbraio, hanno deciso di puntare sull’ex numero uno della BCE.
Cominciamo proprio da quanto successo a Palazzo Madama. Come detto sono stati 262 i senatori a votare sì, mentre 19 esponenti di Fratelli d’Italia e 15 del Movimento Cinque Stelle hanno scelto la via del voto negativo. Otto parlamentari erano assenti e due si sono astenuti.
Mentre il no del partito guidato da Giorgia Meloni era ampiamente pronosticabile (la stessa leader aveva detto che senza l’opposizione di FdI l’Italia sarebbe vicina alla Corea del Nord) è quello dei 15 pentastellati a fare più rumore: i dissidenti, tra i quali la sarnese Luisa Angrisani, contrari alla direzione del Movimento (scaturita a seguito delle votazioni sulla piattaforma Rousseau), sono stati espulsi dal capo politico ad interim dei pentastellati Vito Crimi.
Per quanto riguarda la Camera, i voti favorevoli sono stati 535, i contrari 56 mentre 5 sono stati gli astenuti. Anche a Palazzo Montecitorio tiene banco la delicata situazione del Movimento, con sedici deputati che hanno votato no, quattro astenuti e quattordici assenti, segno che la creatura di Beppe Grillo e del fu Gianroberto Casaleggio ha più di qualche problema interno e che la scissione, anche dopo le parole del dissidente più famoso Alessandro Di Battista, non è più una chimera. Anche in questo caso non sorprende il voto contrario di Fratelli d’Italia. «Non potremmo mai sostenere chi ha riconfermato il ministro Lamorgese – ha detto infatti il deputato di FdI originario di Nocera Inferiore Edmondo Cirielli – ministro dell’accoglienza e dell’immigrazione, che ha fatto diminuire in maniera drastica la sicurezza dei cittadini e non ha tutelato nel modo giusto le nostre Forze dell’Ordine».