In serata l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza sul possibile passaggio della regione dalla zona gialla a quella arancione. Manca soltanto l’ufficialità, in virtù dell’aumento di contagi registrato nell’ultima settimana
di Nello Vicidomini
Nella diretta social del venerdì pomeriggio, il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha fatto il punto della situazione sull’emergenza sanitaria, lamentando ancora una volta l’assenza di controlli in questo periodo di maggiore rilassamento delle misure antiCovid.
Notizia di oggi è infatti il passaggio della Campania, insieme ad Emilia Romagna e Molise, in fascia arancione per decisione del ministro Speranza dopo il monitoraggio dei dati epidemiologici. In serata è attesa l’ordinanza che ne sancirà l’ufficialità, con le nuove misure già in vigore da domenica o da lunedi. “Le immagini viste in Campania – ha spiegato il governatore campano – ma un pò in tutta Italia sono da bravidi. Rilassamento totale, di domenica mattina con migliaia di ragazzi senza mascherina, controlli inesistenti. In questa situazione è inevitabile tornare in zona arancione, e se non stiamo attenti in zona rossa. Il che vuole dire ribloccare di nuovo le attività di bar e ristoranti, e continuare con questo stop e go“. De Luca è poi intervenuto sulla situazione vaccini, non nascondendo critiche all’operato del commissario Arcuri: “L’unica cosa che avremmo dovuto fare come commissario nazionale era prendere misure necessarie per fornire all’Italia le tecnologie per produrre i vaccini in licenza autonomamente. Non lo abbiamo fatto e per la verità non l’ha fatto neanche l’Europa. Così oggi noi siamo in attesa di quello che decidono le case produttrici. Stiamo comunque completando la fase 1, abbiamo somministrato 285mila dosi di vaccino, ma arriveremo soltanto a fine febbraio a completare la vaccinazione per il personale sanitario. Contemporaneamente è partito il capitolo ultraottantenni, sui quali stiamo facendo un lavoro apprezzabile e organizzato, avendo già vaccinato 15mila persone“. Poco più di centomila vaccinati con la doppia dose nella regione, con l’obiettivo di raggiungere i 4 milioni e mezzo che sembra ancora lontano a causa dei ritardi nelle forniture: “Ad oggi in Campania le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono solo 105mila. Calcoliamo di poter avere per la prima settimana di aprile 500mila persone vaccinate. Quindi ad aprile si completerà la fase 1 e buona parte della fase 2, cioè personale scolastico e forze dell’ordine. Dobbiamo arrivare a 4 milioni e 600mila persone da vaccinare, quindi capite che con questo ritmo noi ci metteremo due o tre anni a causa dei ritardi nella produzione. Si rischia l’emergere di varianti non coperte dai vaccini. Stiamo lavorando per acquistare milioni di dosi autonomamente anche all’estero, ma in condizioni di sicurezza e senza annunci sgangherati che non hanno fondamento”. Il governatore ha poi descritto i vari progetti regionali in programma nei prossimi mesi: “Stiamo lavorando per i nuovi progetti di edilizia ospedaliera e sui temi dell’economia. Abbiamo segnalato all’ANAS due prorità assolute, la strada statale 268 e il raddoppio del raccordo Avellino-Salerno, per accelerare i tempi di progettazione. Nuovi programmi per il settore florovivaistico, per il comparto delle cerimonie e della musica e dello spettacolo, quando sarà possibile. La prossima settimana presentiamo un treno nuovo che sarà messo in servizio sulla linea della Cumana gestita da EAV. Anche qui prosegue il rinnovamento dei mezzi pubblici“. Prima di concludere, un passaggio sul tema Recovery Fund e sulla necessità di una giusta distribuzioni delle risorse: “Chiederemo a Draghi un incontro come regioni meridionali, per una battaglia per avere risorse adeguate per investimenti nel Sud, anche con il nuovo ministro per il Mezzogiorno Carfagna. Perchè non possiamo subire una logica di investimenti che già per la composizione del Governo ci pare molto orientata verso realtà del Centro-nord del Paese. Questi miliardi di fondi europei debbono essere l’occasione per consolidare l’unità nazionale, anche recuperando il divario sociale ed economico che pesa ancora sul sistema Italia“.