In un 2021 che vede i festeggiamenti ridimensionati in tutto il mondo per il Martedì Grasso, non mancherà però la tradizione, soprattutto a tavola. E una volta erano le Antesterie
di Valentina Milite
Niente assembramenti quest’anno durante la settimana del Carnevale, per gli italiani e non solo.
Dal coloratissimo Carnevale di Viareggio allo lo storico Carnevale di Venezia, fino al celebre Carnevale di Rio de Janeiro, molte città hanno dovuto riadeguare i propri festeggiamenti, causa pandemia ancora in corso.

Molti eventi sono stati annullati, altri rimandati, altri ancora riadattati e trasmessi in digitale. È il caso ad esempio, in Campania, della storica rappresentazione teatrale “Gran ballo di Carnevale. Intrighi alla corte di Re Carlo”, presso le sale del Palazzo Reale di Napoli, visionabile tramite l’evento facebook a questo link: https://www.facebook.com/events/415549396214841/ .
Anche i Nocerini dovranno quest’anno fare a meno del loro Carnevale, divenuto nelle ultime edizioni, una ricorrenza molto attesa, che coinvolge tutta la cittadinanza, durante la sfilata dei carri, allestiti dai vari quartieri della città.
Ma Carnevale resta soprattutto la festa dei bimbi e non sono mancati per le strade cittadine, già dalle precedenti settimane: maschere, abiti colorati e coriandoli a rallegrare l’atmosfera.
E dunque: perché ci si traveste a Carnevale? Da dove deriva l’uso di mascherarsi?carnevale antico2Si pensa che la tradizione occidentale di mascherarsi durante questa festa mobile del nostro calendario, derivi dalle antiche festività greche delle Antesterie, dedicate al culto di Dioniso o romane dei Saturnalia.
Durante queste celebrazioni vi era un temporaneo capovolgimento delle gerarchie e dei ruoli sociali, per cui servitori e padroni, mascherandosi e camuffando la propria identità, potevano momentaneamente abbandonare le prestabilite convenzioni sociali ed i ruoli in cui erano severamente relegati, per indugiare in scherzi, danze, banchetti e l’ebrezza del vino.
Tradizione tramandata anche in epoca medievale. A Venezia, ad esempio chi si mascherava, era libero addirittura di insultare il doge.
Chiari riferimenti al capovolgimento dei ruoli si trovano abbondanti anche nel teatro ellenistico e latino, fino ad arrivare a quello della Commedia dell’arte cinquecentesca e alle maschere classiche del nostro carnevale. Tra cui, celeberrima, quella napoletana di Pulcinella: il servo sovversivo ed irriverente verso i padroni e i potenti, divenuto simbolo ed incarnazione del popolo napoletano, ed in generale, nel mondo, di italianità.
Oggi Carnevale, resta una festività attesa da molti italiani e tante città conservano tradizioni diverse legate a questa settimana, come occasione di gaiezza e goliardia per gli adulti e divertimento per i bambini.
Anche la tradizione gastronomica legata soprattutto al giorno di “martedì grasso” varia leggermente in diverse zone della Penisola. In Campania, tradizione vuole che in tutte le case si preparino: le lasagne, le polpette, la pizza ripiena di scarole e come dolci: chiacchiere, zeppoline e castagnole.
E se il covid avrà potuto limitare spostamenti ed assembramenti, siamo sicuri che i campani, come sempre, almeno a tavola, non mancheranno di onorare le tradizioni.
Buon Martedì Grasso a tutti!

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