Dall’origine pagana dei Lupercalia alla riconversione cristiana, i riferimenti storici, la tradizione oggi. E in Giappone sono perlopiù le ragazze a dichiarare il proprio amore ai compagni
di Valentina Milite
Oggi 14 febbraio si festeggia, in gran parte del mondo, san Valentino.
Una celebrazione dell’amore romantico, durante la quale gli innamorati, per dichiarare i propri sentimenti all’amato/a, si scambiano: le famose “valentine” (biglietti d’amore), fiori, cioccolatini e regali.
Non è stato tuttavia sempre così.
Le origini della festività erano a ben vedere, tutt’altro che romantiche. Si fanno risalire infatti ai Lupercalia romani, che erano celebrazioni dedicate a Luperco, chiamato anche il dio Fauno o dio Pan, protettore della campagna e dei boschi, delle greggi e degli armenti, portatore di rinascita, fertilità e propiziatore di abbondanza delle messi.
Le celebrazioni prevedevano un rito di purificazione, al fine di propiziare la fecondità della terra in vista dell’arrivo della primavera e della prossima semina.
Il rituale pagano includeva anche riti di sangue: il sacrificio di animali, la segnatura della fronte di due giovani col sangue sacrificale e la successiva emendazione simbolica col latte, a rappresentare appunto purificazione e rinascita.
Seguiva poi un rito di trasfigurazione in cui tali luperci seminudi e coperti con le sole pelli degli animali sacrificati, impersonificavano capri, simbolo di potenza sessuale. Risalivano quindi il Palatino fino alla grotta in cui si diceva fossero stati allattati Romolo e Remo e durante il percorso frustravano con brandelli delle pelli la terra e le persone che incontravano, soprattutto le donne, per propiziarne la fertilità.
Un rito pagano e profano radicato nella popolazione, soprattutto contadina, che comprendeva riti di sangue, nudità ed oscenità, che di certo non poterono essere tollerate in epoca cristiana.
Fu così che nel 496, papa Gelasio I riconvertì la celebrazione, istituendo la festività di san Valentino (vescovo e santo riconosciuto da tutta la cristianità, anche ortodossa e anglicana), dedicata all’amore cristiano verso il prossimo, ma anche romantico e finalizzato alla fertilità della coppia e la procreazione.Controversa è invece l’origine delle attuali tradizioni legate a questo giorno.
Riferimenti alla prima Valentina si trovano però nella lettera d’amore che Carlo d’Orléans scrisse alla moglie, appellandola “ma très douce Valentinée”, dopo essere stato rinchiuso nella torre di Londra, in seguito alla sconfitta riportata durante la battaglia di Agincourt.
Oggi gli usi legati ai festeggiamenti di questa ricorrenza variano leggermente in diversi Paesi. Nei Paesi anglosassoni è comune lo scambio delle valentine. In Europa è consuetudine regalare fiori e cioccolatini. In Giappone sono perlopiù le ragazze a dichiarare il proprio amore ai compagni, consegnando loro biglietti d’amore e cioccolatini, spesso preparati da loro (honmei choco). Una consuetudine in uso soprattutto in età scolare tra compagni di scuola.