Raggiunge e supera il livello del ridicolo il dibattito sulla scuola in presenza, a parole voluta da tutti, e chi invece sostiene la didattica a distanza
di Gigi Di Mauro
Si chiama Aivec (Associazione italiana vittime emergenza Covid) l’ultima voce che entra a gamba tesa nel dibattito tra quanti vogliono una ripresa delle attività scolastiche in presenza, sia pure con le necessarie precauzioni, e chi invece sostiene che la didattica a distanza sia l’unico strumento al momento sicuro per tutelare i bambini e i ragazzi.
Addirittura questa sconosciuta associazione “ha aperto le adesioni per partecipare al proponendo ricorso innanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo al fine di ottenere il riconoscimento dei diritti fondamentali come garantiti dalla Convenzione Europea per la Salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) negati dalla legislazione emergenziale dei singoli Stati“.
Come troppo spesso succede in Italia i salumieri parlano di medicina, gli avvocati parlano di didattica, i pizzaioli di psicologia, e chi più ne ha più ne metta.
Non bastavano i ridicoli banchi a rotelle: quando la scuola è chiusa si invoca la riapertura per non danneggiare i ragazzi con l’isolamento sociale, quando riapre si invoca la didattica a distanza per cautelare la salute degli stessi. Chi è per la didattica a distanza o in questi mesi ha vissuto su Marte o è in cattiva fede, dal momento che ignora i problemi tecnici che si sono constatati nella sua applicazione: insufficienza della rete wireless e via cavo, mancanza di pc o tablet nelle famiglie meno abbienti, carenza di privacy nelle case più piccole, intrusioni informatiche, per citarne alcuni.
E mentre consiglieri regionali fantasma come Nunzio Carpentieri lanciano appelli al governatore Vincenzo De Luca perché “pur con tutte le necessarie precauzioni e monitorando costantemente l’andamento dell’epidemia, confermi la previsione della ripresa in presenza per il prossimo 25 gennaio, senza ulteriori rinvii, per medie e superiori“, la sconosciuta associazione, in un comunicato stampa che sa tanto di avvocato azzeccagarbugli di manzoniana memoria proclama “molti genitori in tutta Italia si sono uniti per chiedere l’utilizzo della didattica a distanza, presentando delle petizioni, formando degli osservatori locali per monitorare la situazione dei contagi e, da ultimo, impugnando anche con l’A.I.V.E.C. le ordinanze che hanno disposto lo svolgimento della didattica in presenza“.
Per fortuna, come conferma la stessa associazione, i ricorsi “non hanno ottenuto una risposta istituzionale“.
Come avrebbe detto Luigino, il “poeta” di “Così parlò Ballavista“, E chest’è…