Da febbraio sarà attivo uno sportello ad Avellino e si partirà con la formazione dei “maltrattanti”: ecco l’innovativo programma che aiuta le vittime ed educa i carnefici
di Fabrizio Manfredonia
Quando si parla di violenza sulle donne inevitabilmente il focus è posto sulla vittima: cosa succederebbe se oltre a supportare chi subisce, si provasse ad aiutare i carnefici a non commettere più violenza o a non commetterla affatto? È quanto si chiede il progetto “TE.M.I sporTEllo uoMini maltrattantI – Avellino”, presentato ieri sera dagli organizzatori attraverso una diretta facebook sulla pagina dell’associazione “A voce alta Salerno”, attiva sul territorio per combattere la violenza di genere.
L’approccio ha del rivoluzionario: educando gli uomini e i “maltrattanti” si può evitare di arrivare agli episodi di violenza.
“TE.M.I”, che prende in prestito alcune lettere da “sportello uomini maltrattanti” per formare il nome della dea greca della giustizia e della legge naturale, si propone, attraverso una serie di interventi eterogenei, di promuovere società giuste, pacifiche e inclusive favorendo le pari opportunità: per fare ciò si servirà di uno sportello situato ad Avellino, di una serie di incontri volti a formare gli operatori impegnati nel contrasto alla violenza quali forze dell’ordine, consultori, terzo settore e associazioni, ma anche di eventi sportivi quando il COVID lo permetterà e infine predisponendo materiali informativi.
Il progetto è finanziato dalla regione Campania e, come spiegato da una delle promotrici, la psicologa Immacolata Mara Festa, ha avuto una lunga gestazione, essendo nato nel 2019 e sarebbe dovuto partire a inizio 2020; l’esplosione della pandemia ha ovviamente ritardato il tutto facendo slittare l’effettiva operatività del progetto a febbraio 2021, quando vedrà la luce grazie all’associazione “A voce alta Salerno”, capofila dell’iniziativa, ma anche ad ACLI di Avellino Aps e U.S. ACLI Avellino e ai comuni di Avellino e di Atripalda quali partner istituzionali. Nel corso della presentazione diversi sono stati gli interventi da parte di organizzatori e operatori, come quelli di Marianna Mazza, assessore nell’ambito delle politiche sociali del comune di Avellino, e di Nancy Palladino, sua omologa ad Atripalda, che hanno sottolineato, dati alla mano, il triste aumento di casi di violenza sulle donne nel periodo di pandemia, il conseguente potenziamento degli sportelli di ascolto nei rispettivi comuni e la necessità di un progetto come TE.M.I.
A fare loro eco Alfredo Cucciniello, presidente di ACLI Avellino APS, che ha lodato anche il lavoro che verrà svolto in materia di formazione degli operatori. L’iniziativa ha ricevuto anche l’apprezzamento della vice presidente dell’ordine degli psicologi della Campania Liliana D’Acquisto, che ha apprezzato di TE.M.I. «il grande potenziale».
Alla base della violenza, secondo Immacolata Mara Festa e Mariangela Perito, tra le organizzatrici del progetto, c’è un problema legato alla rappresentazione culturale del patriarcato: la missione sarà quella di superare concezioni vetuste ed educare alla responsabilità e all’empatia. «Per far sì che gli uomini si rivolgano allo sportello – ha detto Fabio Martino, psicoterapeuta e presidente di A voce alta Salerno – è necessaria un’opera di sensibilizzazione. A commettere violenza non è l’uomo con dipendenze o con problemi ma l’uomo qualunque. Non c’è correlazione con estrazioni sociali eccetera: si tratta di uomini normali. Per questo il problema riguarda tutti».
Lo sportello si servirà, ha ricordato Martino, di psicoterapeuti con esperienza nel campo della violenza sulle donne. Per ulteriori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo email [email protected].