Con la ricetta giusta il “violetto catanese” diventa un cibo prelibato per grandi e piccini. Il cavolfiore originario della Piana di Catania, oltre ad essere benefico per la nostra salute, aggiunge colore alle nostre tavole
di Maria Barbagallo
È di colore violaceo ed a primo impatto lascia perplessi. Il violetto catanese, questo il suo nome nobile, è una varietà di cavolfiore molto particolare, ed è presente nella Sicilia orientale. È un incrocio tra un cavolfiore comune ed un broccolo: la sua coltivazione è molto diffusa negli orti e possiamo trovarlo nel periodo invernale.
Il caratteristico colore viola gli viene dato dall’alta concentrazione di carotenoidi ed antociani, sostanze dal potere antiossidante che combattono i radicali liberi, svolgono una protezione sui capillari, prevengono le infiammazioni ed hanno un’importante azione antitumorale. Il violetto di Sicilia è ricco di vitamine (A e C), calcio, selenio, potassio, fibre e favorisce la diuresi.
In cucina si presta a diverse preparazioni quali: antipasti, primi, sformati e torte salate. Possiamo dire che è come tutti gli altri cavoli, ma con il violetto di Sicilia oltre a dare colore alle nostre pietanze, possiamo fare anche un pieno di salute.
Qui di seguito vi proponiamo una delle ricette della tradizione siciliana, dal sapore forte e gustosissimo.
Tortino di «bastaddu affucatu» rustico anche nel nome in vernacolo
Non si tratta di un insulto. Nel catanese questa varietà di cavolfiore si chiama «bastardo» e quando preparerete questa pietanza la vostra casa sarà invasa per qualche giorno da un odorino molto particolare.
«U bastaddu affucatu» (cavolfiore affogato), viene preparato in particolare nel periodo che va da novembre fino a tutte le festività natalizie. Si può servire come antipasto rustico o come contorno. A Catania il cavolfiore affogato viene anche utilizzato per farcire la famosa «scacciata».Ricetta per 4 persone: un cavolfiore violetto catanese da kg. 1,5 – 6 cipolline novelle – 3 acciughe – 100 gr. di pecorino stagionato – 100 gr. di olive nere denocciolate – un bicchiere di vino rosso – olio EVO – sale – pepe
Pulire il cavolfiore, lavarlo e tagliare le cimette a fettine sottili. Pulire le cipolline e tagliarle a listarelle. Pulire e diliscare le acciughe, tagliare a pezzetti il pecorino e le olive. In un tegame mettere uno strato di cavolfiore, cipolla, acciughe , pecorino, poco sale e pepe nero e coprire con un altro strato di cavolfiore. Irrorare con un filo d’olio. Non preoccupatevi se prima della cottura il cavolfiore supera il bordo della teglia, poiché si abbasserà durante la cottura.
Preparazione:
Far cuocere a fuoco lentissimo con un coperchio, in modo che il cavolfiore possa cuocere con il suo stesso vapore. Aggiungere qualche cucchiaio d’acqua, se necessario. E’ importante che l’acqua sia aggiunta in dosi minime, affinchè il cavolfiore possa soffriggere durante la cottura.
Di tanto in tanto agitare il tegame a coperchio chiuso, facendo «saltare» il cavolfiore, oppure scoperchiare per pochissimo tempo, utilizzando una paletta di legno.
A cottura quasi ultimata, aiutarsi con il coperchio per girare il tortino di cavolfiore e rimetterlo con cura nella teglia. Bagnare con il vino rosso ed appena evapora aggiungere l’olio a filo, cercando di farlo arrivare fino alla base della teglia. Coprire nuovamente con il coperchio e lasciare cuocere. A fine cottura il cavolfiore deve presentarsi tenero, ma al tempo stesso compatto e asciutto. Sformare, facendo attenzione a mantenere intatto il «tortino di cavolfiore». Servire a temperatura ambiente, accompagnandolo con un buon bicchiere di vino rosso.
Un mio consiglio: il giorno dopo è ancora più buono (se avanza, naturalmente).
Buon appetito e buon Natale!