Il prodigio della liquefazione non si è ripetuto: nell’ampolla il sangue è restato solido. Il cardinale Crescenzio Sepe: «Non lo leghiamo a eventi nefasti e catastrofici»
di Fabrizio Mandfredonia
Dopo la prova svolta stamane sull’altare della cattedrale partenopea, anche il secondo e il terzo tentativo si sono rivelati fallimentari: il sangue del santo è rimasto solido.
Cresce sui social l’ansia dei fedeli che vedono nel non manifestarsi del prodigio del santo un segno di sventura: in effetti nel 1973 e nel 1980 la mancata liquefazione era stata foriera dell’epidemia di colera e del terremoto. «Non lo leghiamo a eventi nefasti e catastrofici – ha dichiarato il cardinale Crescenzio Sepe – piuttosto lo consideriamo come un invito a un supplemento di impegno e di preghiera che San Gennaro ci chiede. In questo particolare momento storico, inoltre, si può parlare anche di un supplemento di impegno civile per chi ha la responsabilità di guidare la città di Napoli».
Il miracolo era già avvenuto nei due precedenti del 2020, sia lo scorso 2 maggio che il 19 settembre giorno di San Gennaro. L’ampolla torna dunque ad essere custodita nella cassaforte della cappella del tesoro del santo. A questo punto, con buona pace dei fedeli e degli scettici di ogni sorta, se ne parlerà nel 2021.