veronica stile

Inizia con un omaggio alla giovane avvocatessa tragicamente scomparsa in questi giorni la minirassegna di poesie che Enzo Sorrentino dedica oggi ai lettori del Risorgimento Nocerino

di Enzolavvocato

veronica stile

A Veronica Stile

La tua morte è cosa ingiusta
che ci ha colto di sorpresa
alla fine di novembre.
Son passati pochi giorni
e già manca il tuo sorriso
di donnina un poco bimba
che ammirava stupefatta
le bellezze del creato.
Col magone nel mio cuore
piango, piango e non ho pace.
Le giornate son più uggiose
senza sentir la tua voce
ed il prossimo Natale
a te un piccolo pensiero
pur sapendoti seduta
alla destra di Dio nostro.

A mia zia Ninà

Ninà.
Dolce parola
in fasce imparata.
Invano guardo
un vuoto balcone.
Ma men paura
ho della mia morte:
io sono certo
Che m’hai preparato
Una lieta accoglienza.

I miei compagni di scuola

I miei compagni di scuola
oggi son tutti anzianini.
Mancano due all’appello
e i restanti un gruppo
che ogni santa mattina
si dice: buongiorno guagliù.
Ma pure se una scemenza
potrà sembrare alla massa,
rimane importante per noi.
Pur se ad oltre sessant’anni
ci rivediamo nei banchi
con tutti i nostri aquiloni
che danzano, terso il cielo.
Splende e brilla negli occhi
il più bel tempo passato.
Ed ogni mattina alle sei…
Buongiorno guagliù. Buongiorno.

Fole notturne

Nel silenzio della notte
poco prima del chiarore
son già desto nel lettino
un rumore m’accompagna.
È il tactac d’una macchina
che cent’anni fa cuciva
vestitini fatti in casa
da mia nonna una sartina.
D’improvviso altro rumore
che provien dalla cucina
squarcia il buio della stanza
e mi mette a pensare.
Certo son che quei rumori
rappresentan le presenze
di persone a noi care
che non ci son purtroppo più
ma che ci fanno sapere
di vegliar sempre e comunque
su di noi, vicino a noi,
non più in là di una spanna.

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