500 anni fa, Roberto Guerritore ed Ersilia Carafa vissero un amore osteggiato dallo zio di lei, il duca Francesco Maria Domenico, che trasformò il giovane in un assassino
di Maria Barbagallo
Era il 1600 quando Nocera vide svolgersi la storia di un tragico amore tra i rampolli di due importanti famiglie della città: i duchi Carafa e i Guerritore.
Chi furono i protagonisti? Lei era Ersilia Carafa, giovane nipote del duca Francesco Maria Domenico Carafa e lui Roberto Guerritore, rampollo della famiglia, di cui alcuni eredi ancora vivono a Nocera Inferiore, mentre altri sono migrati altrove.
I due ragazzi, sinceramente innamorati, si ritrovarono nel mirino degli interessi politici del duca che, giocando con i sentimenti dei due, spinse Roberto ad uccidere nell’atrio della chiesa del Carmine Giacomo Coglia, in cambio della mano della nipote Ersilia.
L’omicidio andò a buon fine ma il duca, ancora insoddisfatto, ordinò a Roberto e ad un suo amico, Ugone Pagano, di tornare ad uccidere. Roberto, convinto d’esser vicino allo sposalizio con la bella Ersilia decise d’accettare, uccidendo così Giovanni Cola Califano, convinto che il duca, salito al potere, lo avrebbe aiutato a realizzare il suo sogno d’amore. Poiché l’omicidio dell’uomo fu commesso in una sacrestia, l’autorità ecclesiastica ci mise ben poco ad intervenire, al fine di condannare il gesto sacrilego. Gli assassini furono individuati ma, protetti dal duca, non scontarono nessuna pena. Il matrimonio tra i due giovani però, non riuscì mai a realizzarsi, dal momento che tempo dopo il duca, entrato in conflitto con la famiglia Guerritore, ordinò a due scagnozzi di uccidere Roberto, il 16 gennaio 1647. Ersilia, disperata, morì pazza ed incapace di reagire alla propria sofferenza.
Una storia di sangue, a cavallo tra giochi di potere ed amore; un sentimento tanto profondo quanto fragile, incapace di prender forma pienamente ma, allo stesso tempo, di vivere per sempre.