Il governatore, nell’intervento per aggiornare sulla situazione epidemiologica, ha attaccato i ministri Di Maio e Bonafede, oltre al sindaco De Magistris. Per quanto riguarda la didattica in presenza difficilmente riprenderà il 24 novembre
di Nello Vicidomini
Nel consueto appuntamento del venerdì in diretta Facebook, il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Covid-19. In linea con quanto già detto negli ultimi giorni, il governatore ha voluto fare una serie di considerazioni su alcuni atteggiamenti del dibattito pubblico relativo alla Campania, in particolare riferendosi al sindaco di Napoli De Magistris e al Governo.
“Vorrei che fosse chiaro a tutti – ha detto De Luca – che qui in Campania non c’è nessuno che sta litigando. C’è soltanto a Napoli un imbecille che litiga da solo e fa sciacallaggio, per nascondere il fatto che non ha mosso un dito nel giro di un anno. Gli altri sono a lavoro. Per quanto riguarda il rapporto con il Governo, credo che dobbiamo fare di tutto per collaborare. Ma anche qui bisogna parlare chiaro e dirsi la verità. Ci sono però dei presupposti senza i quali non c’è collaborazione: il primo è l’educazione“. Il governatore attacca poi senza mezzi termini gli ispettori e alcuni ministri: “La settimana scorsa sono arrivati degli ispettori in Campania. Una cialtronata che serviva per cercare di parare l’ondata di sciacallaggio politico. Ancora oggi non sappiamo cosa abbiano verificato questi ispettori, la Regione non è informata di nulla. Ci sono cose che non vanno bene, non trasparenti e non chiare e noi pretendiamo chiarezza. Non ci può essere collaborazione se il consulente del ministro della Salute dice l’opposto di quel che fa il ministro. Ho chiesto al presidente del Consiglio di intervenire sui suoi ministri per invitarli a fare le persone corrette, ma non è successo assolutamente niente. Abbiamo sentito poi dichiarazioni incredibili del ministro Bonafede, meglio noto come ministro “bonanotte”, poi ci si è messo anche il concittadino Di Maio. Io rinnovo l’invito ad un confronto pubblico con questi soggetti“. Qualcosa da criticare anche a Zaia, presidente del Veneto, che De Luca definisce comunque “amico”: “Ci sono regioni che presentano un dato di positivi e RT che è molto basso. Per me c’è una cosa che non quadra, perchè non si capisce come mai poi c’è questo livello di ricoveri in terapie intensive. In Veneto Zaia ha pubblicizzato un tampone rapido. Ho visto la dimostrazione: la validità dei tamponi deve essere confermata dalle autorità. Voglio capire se ci sono o no questi tamponi. Perchè se ci sono dovete inviarli a tutti. Se non è confermata la validità invece l’ISS e il Ministero devono dirlo con chiarezza“. Il governatore campano riporta poi i dati relativi alle terapie intensive, parlando anche di alcuni servizi giornalistici che di giornalistico hanno poco, a detta di De Luca: “Oggi la Campania con uno sforzo immane è una regione che ha il 29% di tasso di occupazione delle terapie intensive: ieri 194 ricoveri su 656 posti. Per i ricoveri ordinari 48% di occupazione dei posti disponibili. Quando c’è stata criticità all’esterno dei Pronto Soccorso abbiamo dovuto sentire chi parlava di Esercito e ospedali da campo. Ma, se devi utilizzare le tende, devi ospitare sui letti i cittadini e quindi hai bisogno di altro personale. Una idiozia, non ne parliamo. Ho visto alcuni video dell’Ospedale Del Mare. Voglio ricordare a questi signori che girare filmati negli ospedali è reato. Poi non si capiva nulla, chi parlava era mascherato. Dopo quelle immagini non si è parlato più dei dati, però andava comunque mandata l’immagine dell’Ospedale Del Mare. Siamo ormai un Paese in cui si scambia la violenza privata per giornalismo d’assalto. Queste cose non hanno nulla a che fare con il giornalismo, ma in Italia può succedere di tutto, tale è il degrado della vita pubblica e l’abitudine all’irresponsabilità“. Una zona rosé, invece che rossa, secondo De Luca, che parla nuovamente della necessità di controlli adeguati: “La curva è in discesa nell’ultima settimana, con il tasso di positività che è diminuito. Non certo per merito dei provvedimenti del Governo, ma per ciò che è stato fatto precedentemente. Anche perchè questa non è una zona rossa, è una zona rosé, senza alcun controllo. Ci viene chiesto: le regioni potevano istituire le zone rosse? Sicuramente. La Campania ha anticipato tutte le misure possibili. Non siamo andati oltre perchè non era chiaro se il ristoro economico venisse garantito anche di fronte a misure regionali. Lo hanno detto solo ieri, un mese fa non era chiaro. Poi mancavano i controlli, perchè si è visto ad Arzano, non c’era possibilità di controllare nulla. La zona rossa andava fatta nel mese di ottobre ma in tutta Italia. Oggi abbiamo l’Italia che è quasi tutta sotto tutela, dopo i tricolori vari. La zona rossa è però molto virtuale. Cerchiamo di non rilassarci per le prossime settimane, per il periodo delle feste, altrimenti avremo a gennaio un’ondata nuova di contagi. Ognuno faccia un esame di coscienza e decida, lo sappiamo tutti, quale è il comportamento corretto da mantenere“. Poi ritorna sull’argomento scuola, spiegando che difficilmente riapriranno per la data prevista: “Quando abbiamo chiuso le scuole, apriti cielo. In questo momento abbiamo un’ondata di richieste per non riaprire. La riapertura per il 24 era una previsione ma noi non apriremo nulla se non avremo certezze dal punto di vista sanitario. Probabilmente non si riapre il 24, senza condizioni di assoluta tranquillità“.