Dopo l’opposizione all’archiviazione della denuncia presentata nel 2018 dal Comitato Fine della Vergogna il PM Roberto Lenza delega ad investigare i Carabinieri del nucleo tutela ambientale
Sembra intravedersi finalmente una luce per il problema dell’inquinamento ambientale, che rappresenta la speranza di avere finalmente una risposta alle tante domande che la attendono da tempo e sulla potenziale correlazione con la preoccupante mortalità e malattie riscontrate da anni nella zona.
Soprattutto tumori sono diffusissimi in alcune zone: cosa che ha portato il Comitato “La Fine della Vergogna”, presieduto dal dottor Agostino Galdi, ad inoltrare formale richiesta di indagine epidemiologica.
La Procura, infatti, nei giorni scorsi ha avviato ulteriori indagini dei carabinieri del gruppo di tutela ambientale sul corso d’acqua che attraversa l’agro nocerino-sarnese e sfocia nel golfo di Napoli, finalizzate ad accertare le cause ed il grado di inquinamento del fiume Sarno.
Nel frattempo il sospetto di elevata mortalità, al cospetto di tali fattori di inquinamento, è stato confermato dall’Istituto Superiore di Sanità, da scienziati di fama mondiale e dalla stessa Regione Campania, solo di recente.
«La lotta del Comitato non si arresta ancora – dichiara la coordinatrice avvocato Anna Panariti – nella speranza anzi che possa in questo caso prevalere il diritto all’informazione e quindi alla vita della popolazione costretta ad abitare in territori definiti ad elevata mortalità, e che si possa almeno mettere in atto ogni utile accorgimento o precauzione per la sopravvivenza delle popolazioni interessate, finora, purtroppo, inosservati».
Risale infatti al 3 settembre del 2018 l’esposto – denuncia presentato alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore da parte di sette associazioni e comitati a difesa dell’ambiente: Cittadinanza attiva, No Vasche No Inquinamento, Tribunale per i diritti del malato, Amdot, Pro loco e Ada, i cui legali rappresentanti qualche mese dopo, avrebbero dato vita al “Comitato la Fine della Vergogna”. Nel documento, corredato da corposissime documentazioni scientifiche redatte da esperti e docenti universitari, fu denunciato l’annoso problema correlato all’inquinamento fluviale, e nello specifico dei Torrenti Solofrana e Cavaiola, tributari del fiume Sarno, tradottosi nel tempo in una vera e proprio strage ambientale che si sta consumando silenziosamente.Forti disappunti aveva causato la decisione della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, un mese addietro circa, di archiviare il procedimento. Anche perché le indagini del PM Roberto Lenza avevano riguardato solo occasionali controlli sullo stoccaggio di rifiuti e smaltimento fanghi di fosse settiche e non alle fonti di inquinamento delle acque del fiume Sarno e dei suoi affluenti che attraversano l’agro nocerino – sarnese. Insomma, Lenza aveva cercato altri reati, ma certamente non quelli che hanno determinato l’elevato inquinamento ambientale. Tant’è che il Comitato “La Fine della Vergogna” ha ritenuto, a buon diritto, che le indagini espletate fossero lacunose, carenti ed insufficienti rispetto all’accertamento degli elementi di prova e che l’attenzione della Procura dovesse concentrarsi e spostarsi sulle reali fonti dell’inquinamento ed il suo costante aggravamento, con tangibili ricadute sulla salute dell’uomo oltre che sullo stato dell’ambiente, presentando opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nocerina. Ed ora si torna a sperare …