Il coordinatore Agro nocerino-sarnese del Popolo della Famiglia: “Il reddito di maternità proposto dal Pdf è un investimento per il futuro e non una proposta populista”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Carissimo direttore Gigi Di Mauro,
ho letto l’articolo “Italia, paese di cazzari e di irresponsabili populisti”, pur ringraziandola per la sua manifestazione di stima che è reciproca, mi sento in dovere di replicare sul contenuto del predetto articolo da lei pubblicato in data odierna sul periodico Risorgimento Nocerino.
Da un approfondimento del contenuto della proposta di Legge, avrebbe riscontrato lei stesso che tale contributo non è un intervento populista a mò di reddito di cittadinanza del movimento 5 stelle o dei fantomatici ottanta euro del PD, bensì, si tratta di un sostegno alle madri di famiglia che vogliono accudire e crescere i propri figli senza avere l’incubo di non sapere come arrivare a fine mese. Da un punto di vista finanziario, la nostra proposta di legge non è campata in aria, in quanto i numeri da lei lanciati sarebbero riferiti a tutti e 439 mila bambini nati nel 2019, ed io le direi magari, vuol dire che con tale stima i nascituri dovrebbe esserne almeno il doppio, in beffa anche a chi mercifica sulla pratica dell’aborto, che spesso viene utilizzato come soluzione per evitare un’ulteriore aggravio di spesa per il bilancio familiare. Ritornando al discorso finanziario, il contributo è rivolto alle famiglie che rientrano in una determinata fascia reddito a condizione che la mamma accudisca direttamente i propri figli, mediante aspettativa o rinuncia al lavoro, indi per cui il numero delle famiglie sarebbe già ridotto rispetto a quello da lei ipotizzato. In ogni caso, ipotizzando i costi da lei stimati di 5 miliari/annui per il reddito di maternità (investimento per il futuro del nostro Paese), questi sarebbero nettamente inferiori ai 26 miliardi sperperati per il reddito di cittadinanza in tre anni, strumento che in più occasioni si è dimostrato essere un flop favorendo, per altro, anche il lavoro nero.
Per concludere, caro direttore, se non la conoscessi e non la stimassi potrei leggere i numerosi “complimenti” rivolti al nostro “voluminoso” presidente, del MOVIMENTO POLITICO POPOLO DELLA FAMIGLIA, Mario Adinolfi, come discriminatori, e come lei ben sa, in questo periodo bisogna stare attenti dall’esprimere liberamente il proprio pensiero, vista l’attuale discussione in parlamento dell’assurda legge sull’omotransfobia, che se approvata lederebbe irrimediabilmente il principio costituzionale della libertà di opinione.
Con l’auspicio che quanto esposto, possa servire a rendere più chiara l’interpretazione della nostra proposta di legge, disponibile sempre per un approfondimento sul tema,
la saluto cordialmente,
arch. Basilio De Martino
Coordinatore Agro Nocerino Sarnese del Popolo della Famiglia
Risponde il direttore Gigi Di Mauro:
Carissimo architetto De Martino,
la civiltà e la morigerazione nel confronto permettono anche a chi ha posizioni decisamente distanti di potersi scambiare opinioni diametralmente opposte. E il suo scritto, che pubblichiamo volentieri, conferma la mia stima verso di lei anche per queste motivazioni.
Ciò detto, non posso non ribadire che non è con l’assistenzialismo che si risolvono i problemi della natalità, dovuti anche alle scarse risorse dei genitori e alla precarietà del mondo del lavoro, ma con la creazione di infrastrutture adeguate che possano accompagnare e agevolare la genitorialità, e che vanno dai nidi per l’infanzia a scuole materne elementari e medie a vero tempo pieno, come senza andare lontano succede in molti Paesi europei. Strumenti che consentirebbero alle coppie di poter lavorare senza chiedere nulla ad alcuno.
Non le nascondo, ma a persona attenta come lei non sarà sfuggito, che molti lettori hanno commentato con severità l’idea di base del sostegno previsto dal suo movimento: “a condizione che la mamma accudisca direttamente i propri figli, mediante aspettativa o rinuncia al lavoro”.
Caro architetto, e perché, al limite, non il papà? Senza che le parole vogliano apparire offensive, non le sembra davvero medioevale questa concezione della donna?
Non vedo poi l’attinenza tra il mio scherzoso (un ex voluminoso come me può solo riderci sopra) commento alla stazza di Mario Adinolfi e la pericolosità dell’“assurda legge sull’omotransfobia”…
Oltre a non condividere né la pericolosità della giustissima proposta di legge né l’abbinamento tra il “voluminoso” e la condanna di chi ha orientamenti sessuali e psicologici differenti dai miei, resto di sasso perché – come il “reddito di maternità” questo suo accostamento mostra una concezione “maschiocentrica” (sono morigerato nei termini) del mondo che – la prego di credermi – ha già fatto troppi danni negli ultimi 2000 anni.
Con affettuosa stima,
Gigi Di Mauro