La Direzione Distrettuale Antimafia ha decapitato un gruppo armato dedito a spaccio di droga ed estorsioni. Le indagini partite dalla richiesta di danaro ai titolari del supermercato “Al Caporale” nel 2018. Giro di affari da 50mila euro al mese
Sei persone sono finite in manette indagati (1 in carcere, 4 agli arresti domiciliari ed 1 con obbligo di dimora nel Comune di residenza) ad Eboli nel corso di un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e portata a termine dai Carabinieri del Comando provinciale di Salerno e dal Nucleo Cinofili di Sarno. In carcere è finito Giovanni Maiale, classe 1973, detto “a’ minaccia” e nipote del Giovanniello che del clan è il capo storico.
Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, concorso in lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e detenzione e porto abusivo di arma le accuse a carico dei sei. L’operazione ha avuto avvio nel mese di maggio 2018 quando i Carabinieri, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, hanno iniziato ad indagare a seguito delle denunce sporte dai titolari del supermercato “Al Caporale” di Eboli in relazione ad un tentativo di estorsione commesso nel 2018, che vide come principale autore proprio Giovanni Maiale. Quest’ultimo nel corso degli anni si è reso protagonista di diversi gravi episodi commessi nel territorio ebolitano (come quello, particolarmente eclatante, che compì nell’agosto 2015 quando, in pieno giorno ed in un quartiere ad alta densità di abitanti, fece esplodere un ordigno rudimentale per ritorsione nei riguardi dell’ex compagna), grazie ai quali è riuscito a qualificare il suo profilo criminale e ad incutere – ancora oggi – forte soggezione nella popolazione locale. L’indagine ha permesso di ricostruire l’esistenza di un articolato gruppo armato con un giro di affari da 50mila euro al mese, con ruoli e competenze ben definite, dedito alla commissione dei suddetti delitti, con ingente disponibilità di stupefacente del tipo cocaina, hashish e crack, promosso e diretto da Giovanni “a’ minaccia” con la collaborazione del figlio Michael Gerardi, dalla compagna Antonella Marotta, dalla nipote Valentina Di Cunzolo e da Mario Del Vecchio, i quali vantavano un canale di rifornimento privilegiato delle sostanze illecite nel quartiere Barra di Napoli, per il tramite di Claudia Rizzo. Tra le contestazioni mosse al Maiale (ed alla complice Valentina Di Cunzolo) figura anche l’episodio che aveva già attirato l’attenzione dei media, verificatosi il giorno 18 maggio 2018 all’interno di un bar nel centro di Eboli, riguardante una violenta aggressione condotta anche con l’utilizzo di uno sfollagente ai danni di alcuni appartenenti alla comunità Rom del posto, per ritorsione, avendo costoro messo pubblicamente in discussione lo “spessore” e la “credibilità” criminale di Giovanni ‘a minaccia. Per tale fatto i componenti della spedizione punitiva dovranno rispondere anche dell’aggravante di cui all’art. 416 bis 1 c.p..
Il clan Maiale di Eboli recentemente aveva fatto registrare il tentativo di una sua riorganizzazione criminale sul territorio della piana del Sele, grazie al ritorno del suo capo storico, il “vecchio” Giovanni Maiale, avvenuto alla fine dell’anno 2017 dopo aver scontato la pena inflitta ed essere stato per anni collaboratore di giustizia. “Giovanniello”, da subito sottoposto a controllo da parte delle Autorità giudiziaria e di polizia, è stato tratto in arresto il 14 febbraio 2019, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale Salernitano su richiesta della locale D.D.A., unitamente ad altri due soggetti.