Lo ha stabilito il sostituto procuratore del Tribunale cittadino Roberto Lenza dopo una querela presentata dalla nostra testata nei confronti di un lettore dal linguaggio ben sopra le righe
di Gigi Di Mauro
Libertà di offesa su Facebook nell’Agro nocerino.
A stabilirlo il sostituto procuratore del Tribunale di Nocera Inferiore Roberto Lenza, supportato poi dal Gip Giovanni Pipola, che ha ritenuto inammissibile l’opposizione presentata all’archiviazione, entrando nel merito della valutazione della condotta incriminata, ritenendola “non penalmente rilevante“. I fatti si riferiscono a un articolo pubblicato sulla nostra testata il 22 aprile (qui il link A Sant’Egidio Monte Albino cantieri edili aperti in barba alle ordinanze) in cui, sulla base della denuncia di un lettore documentata fotograficamente, abbiamo pubblicato la notizia di un cantiere aperto a Sant’Egidio del Monte Albino in piena crisi Covid-19 ed in presenza di ordinanze di divieto della Regione Campania, con addetti al lavoro senza mascherine. Tra l’altro gli operai in uno dei giorni di lavoro provocarono, per la loro imperizia, la rottura di una tubatura del gas per cui dovettero intervenire i Vigili del Fuoco.
Come c’era da attendersi, fa parte del nostro lavoro, l’articolo fu attaccato da una persona che usò termini forti e un’espressione, “criminal scem“, che lo stesso Gip ha successivamente definito “indubbiamente offensiva”.
Bene: la nostra denuncia è stata presentata il 6 maggio: l’8 maggio, con una encomiabile rapidità, il Pubblico Ministero Roberto Lenza ne ha disposto l’archiviazione ritenendo che le ingiurie contenute nei post della persona da noi denunciata non costituissero reato.
Un concetto ribadito dal Gip Pipola, per il quale l’espressione, sebbene offensiva, “si rapporta pur sempre all’espressione di un diritto di critica, per quanto penetrante, contro l’attività giornalistica, accusata di aver riportato una notizia falsa“. Il Gip per la cronaca ha respinto l’opposizione anche perché non vi erano nuovi elementi rispetto alla denuncia archiviata.
Ci sono dei piccoli particolari: la denuncia era vera e documentata; il diritto di critica non può spingersi secondo noi fino all’offesa personale.
Ci dispiacerebbe allora, caro Roberto Lenza, dover mettere la stupefacente rapidità della decisione di archiviazione in correlazione con il nome del nostro avvocato, la dottoressa Anna Panariti, che appena due giorni prima della denuncia si era permessa, quella rompicoglioni, di denunciare dalle pagine della nostra testata (qui il link all’articolo: Avvelenamento della Solofrana, l’inchiesta stagna da due anni) i ritardi della Procura rispetto alla documentata denuncia – ci passi il bisticcio di parole – presentata due anni prima sui problemi di inquinamento della Solofrana. Diversamente ci spieghi, il Pm, perché non ravvisa reati nelle gravi, reiterate e pesanti offese e ingiurie, e nella condotta altamente denigratoria, diffamatoria e lesiva dell’onore e della reputazione di un giornalista, contenute nella denuncia, che non riportiamo per rispetto dei lettori. E siccome lei sostiene, e lo fa anche il Gip, che l’espressione “criminal scem” sia nell’ambito del diritto di critica, e noi siamo rimasti profondamente scontenti e disorientati dal vostro operato, allora esprimiamo il nostro disappunto nei limiti del diritto di critica: site dduje criminal sciem!