Spesso osservato con superficialità, rappresenta il mito e la storia del fiume e della omonima città, esaltandone tra miti e leggende, la propria struttura estetica di alto pregio
professor Orazio Mezzetti
C.T.U. in Scienze araldiche del Tribunale di Ferrara
Credo che la bella Città di Sarno possa vantare, tra i tantissimi valori storici assai importanti, anche il privilegio di possedere uno degli stemmi civici più belli ed interessanti, tra quelli presenti nell’armoriale dei comuni della provincia di Salerno.
Una città questa, che recentemente è tornata alla ribalta nelle cronache locali e nazionali, per il problema grave e penoso riguardante le condizioni disastrate e incivili del fiume omonimo, un fiume storicamente riconosciuto mitico e sacro, amato e considerato nei tempi antichi, tanto da essere raffigurato anch’esso, con una fonte – statua marmorea, alla stregua delle raffigurazioni più famose del Nilo e del Tevere, fiumi, considerati vere e proprie divinità.
Questo stemma, spesso osservato con superficialità, rappresenta il mito e la storia del fiume e della omonima città, esaltandone tra miti e leggende, la propria struttura estetica di alto pregio, con un forte carattere simbolico, ricco di un’esegesi raffinata e unica nel suo genere, dove si vuol rappresentare la determinante posizione geografica felice e strategica, con elementi simbolici altrettanto singolari; tre montagne, tre fonti (sorgenti), un fiume, dove, sopra a tutto questo, domina un ippogrifo vigile e ferocemente posizionato, con le tre zampe a sostenerlo, appoggiate sulle tre cime dei monti, mentre con la zampa anteriore destra, impugna una testa d’ariete mozzata in bella vista in segno di monito.
Ecco di seguito la blasonatura, (descrizione araldica) ufficialmente riconosciuta dello stemma: d’azzurro, all’ippogrifo al naturale, tenente con la zampa anteriore una testa di ariete e poggiato con le altre zampe sopra tre monti, dai quali scaturiscono tre sorgenti che formano un fiume, il tutto al naturale.
La raffigurazione dei tre monti, è quasi iconografica, presente in molti stemmi dei comuni delle province di Salerno, ma anche delle vicine Avellino e Benevento; le sorgenti erano famose in molte culture antiche in quanto considerate luoghi sacri; l’ippogrifo è considerato una creatura fantastica e leggendaria, alata, per metà cavallo e metà grifone, con la testa e le ali, le zampe anteriori d’aquila, il resto del corpo da cavallo, e simboleggia la costante custodia e la vigilanza; la testa di ariete è, in araldica, emblema di perseveranza; il fiume è alimentato dalle tre sorgenti, le sue acque che scorrono e non tollerano nulla di marcio o di morto, allontanandone il fetore con il moto ondoso. Le acque limpide purificano da ogni colpa, come un amico fedele, che non solo avverte dell’errore ma insegna anche la virtù della perseveranza. Un messaggio di rinascita che ci arriva dall’araldica, dalle sue simbologie e dai suoi significati, porta all’augurio che l’esegesi delle sacre fonti, dell’ippogrifo, della testa d’ariete ed il fiume stesso, si attivino idealmente assieme alla popolazione Agro nocerino-sarnese per sensibilizzarne la volontà di rinascita, e di quell’equilibrio naturalistico, e socio culturale, di cui abbiamo tanto bisogno.