La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe: «Il Coronavirus è una sfida difficile e amara, il Rosario la preghiera ordinaria dei tempi difficili»
Un santuario desolatamente vuoto, avvolto da un silenzio quasi irreale, ha fatto da cornice alla supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei, recitata questa mattina alle ore 12 dal cardinale Crescenzio Sepe, presidente della Conferenza Episcopale Campana.
Durante l’omelia della celebrazione che ha preceduto la recita della supplica, l’arcivescovo della Diocesi di Napoli si è soffermato sulla gravità della pandemia che sta affliggendo il nostro Paese: «Il Coronavirus è una sfida difficile e amara, un nemico spietato che ha colpito i più deboli, seminando lutto e paura in tutto il mondo. In questo scenario apocalittico il santuario di Pompei diventa il porto sicuro, dove possiamo trovare tutto ciò che serve per vincere la battaglia. Il Rosario è la preghiera ordinaria dei tempi difficili, ci fa famiglia che è il faro che ci illumina in questa nostra epoca – conclude il cardinale Sepe – oggi siamo qui perché vogliamo rinnovare il nostro impegno, di tutta la Campania, per una solidarietà senza riserve e senza risparmio a piene mani».