Un esposto alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore da parte del Comitato “La fine della vergogna” attende ancora un riscontro malgrado le documentazioni allegate

Era il 3 settembre del 2018 quando il Comitato “La fine della vergogna” presentava dinanzi alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore un esposto contro l’inquinamento ambientale, attesa la perdurante condizione di insalubrità in ordine la cui soluzione si continua a temporeggiare senza promuovere alcuna azione idonea.

Nell’esposto si denunciavano gli sversamenti nel torrente Solofrana, ormai killer del fiume Sarno, di sostanze chimiche altamente inquinanti pericolose per la salute dei cittadini e responsabili del biocidio. Si chiedeva, quindi, di accertare gli autori dei reati collegati a scarichi di acque reflue industriali senza autorizzazione, contenenti sostanze pericolose con superamento dei valori limite con gravi danno alla salute dei cittadini. Il dato, tra l’altro, è emerso ed è stato certificato dagli studi di ricercatori esperti e da pareri tecnico-scientifici dei professori Ortolani, Di Vivo ed Albanese.
Studi epidemiologici hanno evidenziato un aumento delle patologie tumorali anche nei giovani. I pigmenti di cromo ed altri metalli pesanti non dovrebbero proprio essere presenti normalmente in un corso d’acqua, ma in questo caso lo avvelenano quotidianamente, con grave ricaduta sulla biodiversità. Questi veleni alterano e uccidono la fauna ittica, e raggiungendo il mare entrano alla catena alimentare e diventa cancerogena per l’uomo, trasformando il fiume Sarno in un laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto.
Tra le richieste del Comitato anche quella di accertarsi se l’Autorità sanitaria locale avesse omesso di vigilare e verificare sulle precauzioni assunte dagli enti competenti. «Sono trascorsi due anni – dichiara con veemenza l’avvocato Anna Panariti, membro del comitato “La fine della vergogna” – senza che abbiamo ottenuto alcuna risposta, e malgrado il 13 marzo 2019 fosse stata presentata in Procura una richiesta di conclusione delle indagini con integrazione probatoria. L’avvocato Anna Panariti si chiede come mai dinanzi alle prove evidenti documentate da rilievi fotografici e video, e nonostante le evidenze scientifiche che mostrano chiaramente la correlazione tra l’inquinamento ambientale ed il danno alla salute del cittadino, a tutt’oggi oltre il silenzio atavico delle istituzioni anche la Giustizia non fornisca alcuna risposta.

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