Renato Giordano

Oggi il nostro viaggio con l’arte ci vede incontrare una delle colonne del teatro La Locandina di via Cauciello, a Pagani, che non è riuscito per pochi giorni a portare in scena uno spettacolo che vedeva la sua regia

di Fabrizio Manfredonia

Renato Giordano– Ciao Renato. Nelle chiacchierate che da qualche giorno stiamo facendo con chi si occupa di promuovere e valorizzare la cultura e il teatro sul territorio, la prima domanda che faccio inevitabilmente è: come sta andando questa quarantena?

«Sto continuando a lavorare! Lavorando in cancelleria a Salerno alcuni giorni a settimana dobbiamo essere presenti sul posto. Abbiamo una turnazione per non essere in troppi negli uffici ma il settore della giustizia, al contrario di quanto si possa credere, non è completamente fermo soprattutto per i procedimenti d’urgenza».
– Una quarantena senza riposo, insomma…
«(ride) No, sto comunque approfittando del lavoro agile per rivedere film. Ultimamente ho guardato “Nodo alla gola” di Alfred Hitchcock, non il suo film migliore a mio avviso, ma ugualmente godibile. Tra l’altro fu il primo film di Hitchcock a colori. O ancora “Scusate il ritardo” di Massimo Troisi».
– Quest’anno il teatro “La Locandina” festeggia i quarant’anni di attività e lo spettacolo da te diretto, “Il delitto perfetto” di Frederick Knott ma fortemente ispirato alla versione cinematografica di Hitchcock, avrebbe dovuto essere l’ultimo della stagione. A che punto era lo spettacolo?renato giordano
«Eravamo a buonissimo punto. Quando è arrivato il lockdown mancavano due settimane alla prima, per cui andavano soltanto oliati alcuni meccanismi e fatte le ultime prove. Il giorno prima dello stop era perfino stata montata la scenografia! È uno spettacolo che volevo dirigere da parecchio tempo: amo molto la versione cinematografica di Hitchcock e questo spettacolo si sarebbe inserito nel trend della stagione che ha visto come primo spettacolo “Arsenico e vecchi merletti” diretto da Teresa Barbara Oliva e come terzo “Il Rompiballe” diretto da Franco Pinto, mentre il secondo “Sabato, Domenica e Lunedì” diretto da Alfonso Tortora si discostava un po’ dal tema.  Fare una regia non è mai facile ma con gli attori si è creata una forte intesa. Sono convinto che lo spettacolo poteva venire e sicuramente verrà bene».
– Quando pensi di metterlo in scena?
«L’intenzione è di programmarlo come primo spettacolo della prossima stagione. Il punto è che il teatro è comunque molto piccolo e sarà una sfida mantenere il distanziamento sociale. Dipenderà molto dalla situazione del contagio che avremo nei prossimi mesi. Bisognerà studiare bene la strategia e poi si vedrà. Ma di sicuro lo metteremo in scena».

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