la riproduzione di una pagina del quotidiano

Pochi conoscono o ricordano il loro nome o il loro volto. Pochissimi conoscono il contributo che hanno dato alla lunga lotta per arrivare alla liberazione

di Angelo Verrillo

la riproduzione di una pagina del quotidiano Il 25 aprile di quest’anno non ci saranno manifestazioni pubbliche, e la festa della Liberazione non potrà avere una grande partecipazione popolare. Anche per questo motivo, sento il dovere di riassumere brevemente il contributo che molti nocerini diedero alla lotta contro il fascismo e a quella contro i tedeschi, durante la Resistenza.

Due di loro vengono ancora oggi ricordati nelle città lontane dove persero la vita e, solo in anni recenti, la natia Nocera ne ha onorato la memoria per iniziativa del Comune, dell’ANPI e dell’Istituto Galante Oliva.
Dopo la promulgazione delle Leggi Speciali del 1926, esprimere opinioni contrarie al fascismo divenne reato e, per reprimerlo, venne instaurata una nuova punizione: la condanna al confino. A Nocera si era già formata una cellula antifascista di cui faceva parte, tra gli altri, Luigi Ferrara – nativo di Tramonti, industriale meccanico. Nel 1906 fu tra i promotori degli scioperi nei mulini e pastifici e, dopo la scissione del 1921, aderì al Partito Comunista d’Italia. Fu anche arrestato e condannato a due anni di confino nelle Isole Tremiti.
Del nucleo antifascista facevano parte anche Giuseppe Vicedomini, su cui mi sono già ampiamente soffermato e i fratelli Salvatore e Vincenzo Tramontano. Il primo gestiva una cantina a via Nicotera detta “ro crost” e, insieme a Ernesto Danio, dopo la cacciata di Vicedomini, ridusse a brandelli una bandiera tricolore, esposta dai fascisti in sostituzione di quella rossa. Accusato di propaganda e attività antifascista, fu arrestato e condannato a 3 anni di confino, che scontò a Trieste.  Il secondo, dopo la Liberazione, diventerà il segretario della ricostituita Camera del Lavoro.
Dello stesso gruppo facevano parte anche il citato Ernesto Danio e Emilia Buonacosa. Entrambi anarchici e nativi di Pagani, furono più volte arrestati e incarcerati, oltre ad essere condannati più volte ed inviati al confino in diverse località. Parteciparono entrambi alla Guerra di Spagna contro il dittatore Franco e strinsero rapporti di solidarietà e amicizia con personaggi di altissimo livello, tra i quali Ferruccio Parri, Pietro Nenni e Sandro Pertini. emilia bonaduce lorenzo favaGiuseppe Cuomo, rappresentante di commercio, classe 1891, fu arrestato in treno il 27 agosto 1941 per propaganda “antifascista e disfattista”. Raffaele Vicedomini, capitano per merito di guerra, nato a Secondigliano il 12 aprile 1906, comunista e figlio del più noto Giuseppe, nel 1937 si arruolò nell’esercito repubblicano spagnolo e si distinse nella lotta contro franchisti e nazisti nella zona di Tardienta.
Dopo l’armistizio, furono molti anche i nocerini che si fecero onore sui campi di battaglia. 
Antonio Cianciullo, Medaglia d’oro al valor militare: nato a Napoli nel 1913, residente a Nocera. In servizio a Cefalonia, fu tra i più decisi assertori della resistenza contro i tedeschi. Si coprì di gloria quando, il 24 settembre ’43, circondato dai nazisti, rifiutò di deporre le armi e di arrendersi. Venne trucidato insieme a molti suoi commilitoni.
Lorenzo Fava, Medaglia d’oro alla Resistenza: nato a Nocera il 10 maggio 1919, fece parte del gruppo di partigiani che assaltò il carcere di Verona per liberare il dirigente comunista Giovanni Roveda. Fu ferito e catturato dalle brigate nere e, nonostante le torture non rivelò i nomi dei suoi compagni. Fu condannato e fucilato a Verona, all’alba del 7 luglio 1944.
Antonio Tramontano  (detto Totò): muratore, nato nel rione Piedimonte di Nocera il 13 maggio 1922, faceva parte della XI Divisione Garibaldi. Durante un conflitto a fuoco fu catturato dai tedeschi insieme ad altri partigiani a Castelletto di Busca. Fu poi condotto a Cuneo dove, il 26 novembre del 1944, fu fucilato insieme a quattro sui compagni nel piazzale della stazione. In onore di quei caduti, nel luogo dell’eccidio, furono collocati un ceppo e una lapide che ne ricordano il martirio.antonio cianciullo carlo canger
Salvatore Iannone, ( detto Jenno): contadino, nato a Capocasale di Nocera il 2 gennaio 1924, appartenente alle brigate Garibaldi, caduto a Pralungo (Biella) il 12 agosto 1944. Durante l’assalto ad una caserma tedesca, usci allo scoperto per tentare di distruggere un faro che illuminava e facilitava il fuoco nemico. Non riuscì nell’impresa e venne ferito e catturato dal nemico per poi essere fucilato il giorno dopo. Sul luogo della fucilazione c’è una lapide che ne ricorda il sacrificio.
Carlo Canger, generale dei Carabinieri: nato a Nocera nel 1910, il giorno dell’armistizio era a casa in licenza per convalescenza. Non ebbe esitazione a rientrare subito in servizio per organizzare la resistenza armata contro i tedeschi. Fu arrestato e sottoposto per diversi giorni a pressanti interrogatori e riuscì a resistere senza rivelare i nomi dei suoi compagni. Di lui si ricorda che, guidando un drappello di commilitoni, riuscì nell’impresa di liberare dalle SS un gruppo di ufficiali italiani, salvandoli dalla fucilazione.
Giuseppe Afeltra, Croce di Guerra al valor militare: nato a Nocera l’8 settembre 1926. Giovane militare di stanza a Cremona, dopo l’armistizio si arruolò volontario nell’Esercito di Liberazione Nazionale. Si distinse per il coraggio con il quale partecipò a diversi combattimenti contro i tedeschi e, proprio durante una battaglia, venne gravemente ferito, subendo l’amputazione di una gamba. Dopo la fine del conflitto, venne riconosciuto Mutilato di Guerra.

 

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