La guida della Provincia di Salerno, che fa parte della cosiddetta “cabina di regia” del premier Giuseppe Conte, che deve guidare il Paese fuori dalla crisi del Covid19, spiega cosa accadrà dal 4 maggio
Si è concluso in tarda serata il terzo incontro tra Governo e rappresentanti degli Enti Locali (Regioni, Province e Comuni) alla presenza del premier Conte, i ministri Boccia e Speranza ed il capo della task force nazionale Vittorio Colao, per la programmazione della fase 2 dell’emergenza sanitaria da Covid 19.
«L’Italia riparte con gradualità e cautela – dichiara il presidente della Provincia Michele Strianese – e soprattutto sulla base di parametri che terranno conto, regione per regione, dell’indice di contagio R0.
Il 4 maggio ripartono, quasi certamente, i cantieri pubblici e privati e tutte le attività commerciali connesse (fornitori). Parte l’industria e l’indotto dell’automotive e dunque anche le autorivendite e i produttori e commercianti di pezzi di ricambio. Si inizia anche con il manifatturiero e il connesso commercio all’ingrosso. Riparte anche il settore della moda. Insomma segnali di ripresa con l’attuazione di tutti i protocolli di sicurezza.
La fase 2 sarà monitorata continuamente e se dovessero peggiorare alcuni indicatori di tipo sanitario potranno essere imposte restrizioni opportune sia dal Governo che dai presidenti di Regione. Nel frattempo in Campania si acconsente alla consegna a domicilio di cibo e all’apertura di cartolerie e librerie.
Come presidente della Provincia di Salerno ho evidenziato la necessità di consentire la ripartenza del settore turistico anche in vista dell’arrivo della bella stagione. È fondamentale sostenere le attività turistiche soprattutto in una bellissima provincia come la nostra. Sarà il tema principale di discussione appena avviata la fase 2 e quindi dal 4 maggio in poi. Siamo ancora in tempo per salvare buona parte della stagione turistica.
Ho evidenziato al tavolo istituzionale le difficoltà dei Comuni dal punto di vista economico e finanziario che ci impediranno di prestare anche i servizi essenziali.
Oggi ancora 3.000 casi di contagio e più di 400 morti.
Per cui è giusto andare avanti con gradualità, cautela e imponendo sicurezza sia ai cittadini che ai lavoratori».