Siamo solo pezzi di ricambio

L’avvocato Agnelli disse in un’occasione: «Se fate scegliere agli uomini se preferiscono rinunciare al cibo o alla libertà, a cosa pensate che rinunceranno?»
di Angelo Verrillo
Siamo solo pezzi di ricambioTanti anni fa, i comunisti cattivi, usavano spesso una frase che, in questi giorni mi ritorna di continuo alla memoria. Si permettevano di sostenere, i comunisti cattivi, che il capitalismo considera i lavoratori come “pezzi di ricambio”.

In questi giorni succede che, a loro insaputa, molti di quelli che sostengono con entusiasmo le ragioni dell’economia, non fanno altro che confermare la veridicità di quella espressione.
Detto con crudezza e senza diplomazia, loro suggeriscono che è preferibile correre il rischio di morire a causa del virus che quello di morire per fame. Non gli passa neppure per la mente che nessuno vorrebbe di rischiare di morire e che quella proposta è una scelta infame e crudele.
Tuttavia, questa opzione esiste da sempre ed ha giustificato, in tempo di guerra, la necessità di andare in battaglia e, in tempo di pace, quella di scendere in una miniera oppure di andare a lavorare in una fabbrica di amianto.
Ricordo anche che anni fa l’avvocato Agnelli disse più o meno questo: “se fate scegliere agli uomini se preferiscono rinunciare al cibo o alla libertà, a cosa pensate che rinunceranno?”. È evidente che nemmeno l’Avvocato si ponesse il problema che, dopo millenni di civiltà, una tale alternativa potesse sembrare alquanto surreale e bizzarra.
Ma, torniamo ai pezzi di ricambio. Non sembra anche a voi che, dietro agli attuali, pressanti appelli a riaprire tutto, a riaprire subito, si nasconda la stessa, forse inconscia filosofia?
Io penso di sì e la mia convinzione si rafforza, quando queste richieste, vengono implementate. Nella loro infinita bontà, gli esegeti della produzione e del profitto, concedono che, magari, si potrebbe continuare a tenere i vecchi chiusi in casa, oltre a far rimanere chiuse le scuole.
Come diceva il vecchio saggio, “tutto ritorna”. In effetti, nella loro logica, noi vecchi siamo considerati pezzi di ricambio dismessi che, dopo la pensione, vengono conservati in deposito perché possono tornare sempre utili.
Ora, con la prossima riapertura delle fabbriche e la permanente chiusura delle scuole, sta per arrivare il momento del riutilizzo.
Infatti, già da molto tempo ed in modo generalizzato, viene enfatizzato il ruolo dei nonni nella gestione dei nipoti ed il fatto che, grazie alla loro disponibilità, i genitori possano continuare a lavorare e produrre.
Ai più giovani rimane pur sempre la speranza di scampare al nemico invisibile di questa guerra e di diventare, a loro volta, pezzi di ricambio.

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