Più di venti contagiati nell’ospedale di viale San Francesco, tra personale in servizio e pazienti. Parzialmente accolte le richieste dei sindaci, istituito un tavolo per studiare le giuste misure contro il virus
L’ospedale Umberto I non chiuderà: una” frase fatta”, un argomento talmente ovvio che mai avremmo immaginato di dover trattare. Eppure, in piena emergenza Coronavirus, è una notizia.
Andiamo con ordine. L’elevato numero di contagi provenienti dalla struttura nosocomiale di viale San Francesco nelle ultime settimane, aveva obbligato i sindaci delle due Nocera, Manlio Torquato e Giovanni Maria Cuofano, ad alzare la voce chiedendo provvedimenti drastici a riguardo, al fine di non vanificare il lavoro di prevenzione fatto con enormi sacrifici da tutte le componenti sull’intero territorio. Le lettere scritte nei giorni scorsi al presidente della regione Campania Vincenzo De Luca da alcuni dipendenti, denunciavano carenze enormi, difficoltà di gestione della mole di lavoro, per non parlare della quasi totale mancanza di dispositivi di protezione individuale; una situazione, insomma, quasi insostenibile. Basta, in effetti, analizzare i numeri per comprendere la gravità di ciò che sta accadendo: oltre 20 persone si sono contagiate all’Umberto I, se si considerano personale in servizio e pazienti. Qualcuno è stato costretto a ricorrere al ricovero ospedaliero, qualcuno è in quarantena domiciliare, qualcuno, purtroppo, è deceduto. A questi vanno, ovviamente, aggiunti i componenti dei vari nuclei familiari che sono stati contagiati e tutti quelli che, ad oggi, sono considerati portatori sani del virus.
Tutto ciò non è passato inosservato agli occhi della Direzione Sanitaria dell’ospedale, che ha preso i primi provvedimenti. È stata disposta, innanzitutto, la chiusura del reparto di chirurgia d’urgenza, ritenuto il focolaio principale. Ricoveri sospesi, fino al 30 maggio, anche ad ortopedia e pazienti dirottati al “Villa Martiri, con conseguente aumento del carico di lavoro per la struttura di Sarno, che non dispone dei posti letto sufficienti a coprire un bacino di utenza così grande, se si considera anche la carenza di personale medico. Un cane che si morde la coda, insomma.
Ritorniamo a Nocera Inferiore: è stato istituito un tavolo di esperti, in grado di studiare le giuste misure da adottare contro il virus, al fine di evitare il diffondersi del contagio e di consentire all’Umberto I di garantire la giusta assistenza anche ai numerosi pazienti affetti da altre patologie. Nella speranza che, finalmente, medici, infermieri, operatori sanitari e tutte le figure che prestano servizio nella struttura nocerina vengano forniti degli adeguati DPI o, come sarebbe più opportuno chiamarli in questo momento storico “dispositivi di protezione collettiva”.