Il presidente della società rossonera, ospite della trasmissione Sport Event, ha fatto il punto sulla situazione del club in un momento d’emergenza sanitaria che ha bloccato tutto il Paese, calcio compreso. La sua speranza è che tutto possa finire quanto prima per ripartire, senza nessuna promessa illusoria
di Maria Esposito
In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo. Italia si, Italia no intonava la canzone di Elio e le Storie Tese profetizzando quello che oggigiorno sta accadendo. L’Italia è la terra dei cachi afferma il testo dove la vita e le abitudini degli italiani sono state travolte da un dramma inspiegabile, governati da una classe politica inerme nell’attesa di un’evoluzione positiva della pandemia.
In linea con quanto detto, il presidente della Nocerina, Paolo Maiorino ospite della trasmissione Sport Event, ha espresso a 360° il suo pensiero in merito alla ripresa o meno dei campionati: “Premesso che la salute di tutti e anche dei giocatori viene prima di tutto, la possibilità di scendere in campo ha una probabilità molto bassa perché ci troviamo in una fase ancora molto delicata, fare delle previsioni è difficile soprattutto perché non si può prevedere l’evoluzione della pandemia. Esprimere un parere in questo momento potrebbe essere illusorio. Chiaramente mi auguro che questa situazione finisca al più presto per ripartire non solo con il calcio ma con tutte le attività che attualmente sono ferme” – continua – “ho dei grossi dubbi però nello stesso tempo mi auguro che la situazione si evolve in modo positivo cosicché tutti quanti possiamo riprendere il campionato e finalmente ritornare sui campi di calcio”.
Identità e passione, a lei quanto manca il contatto con il pubblico e con i tifosi. “Io mi trovo a fare il presidente della Nocerina spinto da una fortissima passione per il calcio, per i colori della Nocerina. La Nocerina sono i tifosi, non avere il contatto con loro, mi manca moltissimo. I molossi sono il mio sostegno, la mia forza, coloro i quali mi fanno andare avanti. Mi manca il loro calore ed entusiasmo”.
Nocera è una piazza blasonata che richiede progetti e soldi. Che impatto ha avuto con l’ambiente e nei piani societari esiste un progetto che prevede il calcio professionistico? “Sicuramente per la storia che ha la Nocerina è indubbio che questa società merita una categoria superiore, adesso però bisogna fare anche i conti con questa realtà. Dal mio canto c’era e c’è l’intento di vedere questa gloriosa società in C però adesso bisogna effettivamente essere cauti nel fare alcune dichiarazioni. Stiamo vivendo una situazione storica molto difficile e ogni progetto deve fare i conti con la realtà delle cose. Il desiderio e la volontà c’è ma non posso sbilanciarmi a fare delle dichiarazioni, fare previsioni è molto difficile. Io ho messo tutte le mie forze per realizzare questo sogno e vedere la Nocerina in una categoria superiore e continuerò a coltivarlo, spero che nel futuro i fatti mi diano ragione. Oggi non posso promettere ma sono stato sempre una persona molto positiva guardando il bicchiere sempre mezzo pieno”.