Al centro, Tiziano Bove. Con lui a destra Andrea Trassari e a sinistra Andrea Menniti

Tiziano Bove, insieme agli altri connazionali, lavorava a Disneyworld, e dal 17 aprile sarà senza casa, senza assicurazione e senza visto. Ma la Farnesina non si muove. L’appello disperato: «Veniteci a prendere!»
Al centro, Tiziano Bove. Con lui a destra Andrea Trassari e a sinistra Andrea MennitiC’è anche un ragazzo di Angri, Tiziano Bove, tra i quasi 200 italiani bloccati a Orlando dall’epidemia di Coronavirus senza mezzi per tornare in Italia e fino ad oggi abbandonati dalla Farnesina. I ragazzi, che lavoravano fino al 15 marzo a DisneyWorld, sono ormai disperati e non sanno più a che santo votarsi.

«Ci avevano assicurato inizialmente – ci dice Tiziano Bove, che lavora come tanti nel padiglione italiano del parco di divertimenti, gestito da “Patina restaurant group, LLC” che fa parte di “Delaware North” cui sono affidati tutti i ristoranti e gli altri servizi nel parco “Epcot” di Disneyworld, che noi italiani saremmo rimasti qui, a differenza degli americani che con la chiusura di Disney World sono stati mandati a casa. La chiusura inizialmente era programmata fino al primo aprile. Poi la situazione è peggiorata, e con pochissimi giorni di preavviso la Disney ci ha detto che dovremo lasciare entro il 17 aprile le case in cui siamo, e per le quali paghiamo un regolare fitto tra l’altro».
– Che problema è sorto poi?
«È successo che i voli per l’Italia praticamente non esistono più. Vola solo Alitalia, a costi che partono da 2000 dollari, e spesso quei voli vengono annullati all’improvviso. Ed essendo in 200 con le misure di sicure di sicurezza non si sa chi e quando potrebbe rientrare. A parte che tanti fra noi non hanno messo da parte tanto da pagare questo biglietto così esoso».
«La compagnia per cui lavoriamo, la Patina, ci ha completamente abbandonati – ci dice Andrea Trassari, napoletano – e la Farnesina, che chiamiamo praticamente tutti i giorni, ogni volta ci dice di pazientare “ancora qualche giorno”».
«Siamo realmente disperati – ci dice Tiziano – dal 17 saremo senza casa, senza visto di lavoro, senza assicurazione sanitaria. Il che significa dormire per strada, e se qualcuno di noi dovesse contagiarsi, senza assicurazione sarebbe destinato a morte certa: qui senza assicurazione nemmeno un’aspirina ti puoi permettere!».
L’appello di Tiziano e Andrea, ma anche degli altri 200, quasi tutti del Sud, è straziante: «L’Italia non ci abbandoni come hanno fatto la Disney e la Patina: veniteci a prendere!».

Nella foto: Al centro, Tiziano Bove. Con lui a destra Andrea Trassari e a sinistra Andrea Menniti

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