Sette anni il primo, tre e mezzo la seconda, che aspetta la fine della “malattia” per correre in pizzeria con la nonna. E Lorenzo per uscire rinuncia all’uovo pasquale
Un modo per allontanarsi, almeno per qualche istante, dalla triste realtà che stiamo vivendo attraverso i racconti innocenti dei bambini.
Ha riscosso un buon successo l’iniziativa lanciata ieri dalla nostra redazione, che ha deciso di affidare il racconto del Coronavirus ai più piccini. Chiunque avesse voglia di lasciare la testimonianza del proprio figlio o del proprio nipote, può continuare a farlo, con un messaggio nella posta della nostra pagina Facebook “Il Risorgimento Nocerino”.
Lorenzo, 7 anni
Abbastanza grande per capire quanto è forte questo isolamento, ma anche per sapere che sta arrivando la Santa Pasqua e che, quindi, avrà l’uovo con una bella sorpresa, ha capito quali sono le priorità e ha detto: “Mamma, ma se non mi compri l’uovo di Pasqua, posso uscire?”
Annapia, 3 anni e mezzo
Sa che deve stare a casa perché c’è questa “malattia” e non può andare all’asilo a giocare con gli altri bambini; ha la fortuna di stare anche con i nonni che cercano di accontentarla, per quanto è possibile. “Nonna, quando finisce la malattia andiamo a mangiare la pizza? Nonna, i tavolini là, no casa, eh?”