Il Santo Padre, in una piazza San Pietro desolatamente vuota, presiederà a un momento di preghiera in questo periodo di enorme difficoltà mondiale. Abbiamo raccolto, a riguardo, la testimonianza dell’Arcivescovo della Diocesi di Castellammare-Sorrento, tanto amato anche nell’Agro
di Valerio D’Amico
Questa sera, alle ore 18, Papa Francesco presiederà a un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza desolatamente vuota, per elevare una supplica in questo tempo di prova e adorare il Santissimo Sacramento.
Nei pressi del cancello centrale della Basilica Vaticana saranno collocati l’immagine della Salus Popoli Romani e il Crocifisso di San Marcello. Al termine il Santo Padre impartirà la benedizione “Urbi et Orbi”, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria.
«Nelle feste solenni, Pasqua e Natale, il Papa sempre benedice la città di Roma, di cui è vescovo come successore dell’apostolo Pietro e il mondo intero – ci spiega S.E.R. Monsignor Franco Alfano, Arcivescovo della Diocesi di Castellammare-Sorrento – questa sera farà lo stesso, data l’eccezionalità del tempo che stiamo vivendo. Noi cristiani crediamo nella forza e nell’efficacia della preghiera. Quando siamo uniti e concordi il Signore ci benedice, volgendo su di noi il suo sguardo e donandoci l’energia spirituale per combattere il male in tutte le sue forme».
Monsignor Alfano, nativo di Nocera Inferiore e tanto amato nell’Agro, soprattutto per i suoi eccellenti trascorsi come sacerdote nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie ad Angri, ha voluto lanciare un messaggio di speranza alla collettività: «Stiamo vivendo un tempo buio, pieno di sofferenza e di morte. Ci sono, però, tanti gesti di speranza: gesti coraggiosi fino all’eroismo, nel servizio ai malati e ai più deboli. Possiamo guardare avanti con fiducia e camminare più uniti. Il passaggio, non semplice né scontato, dalla solidarietà alla fratellanza, potrà segnare l’inizio di un mondo nuovo, fondato sulla giustizia e sulla pace. I credenti, insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, sono in prima linea nella costruzione della civiltà dell’amore».