L’impegno intenso sul territorio, così come quello di medici e soccorritori, li mette a rischio di contagiarsi e invalidare la sicurezza e le cure per i cittadini colpiti
È un appello accorato al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca quello inoltrato da Emilio Taiani, segretario regionale di Unarma, il sindacato nazionale dei Carabinieri.
È diretto ad ottenere maggiore protezione dal contagio da parte del Coronavirus per Forze dell’Ordine medici e soccorritori impegnati in questo frangente.
«È sotto gli occhi di tutti – scrive Taiani a De Luca – l’immane sforzo personale e professionale messo in atto sia da tutti gli operatori del Servizio Sanitario che da parte delle Forze dell’Ordine e del Soccorso Pubblico.
Questi ultimi, in particolare, si stanno adoperando per verificare il rispetto delle disposizioni legislative e garantire, come sempre, l’ordine e la sicurezza di tutti i cittadini.
Le donne e gli uomini in divisa impegnati sul campo, purtroppo, possono contare su una disponibilità minima di dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) e l’indicazione è quella di utilizzarli solo qualora il rischio di possibile contagio sia evidente.
L’esperienza ci indica che anche le persone che non presentino sintomi di infezione evidenti (cosiddette asintomatiche) possono,in maniera inconsapevole, veicolare il virus. Gli operatori di polizia e del soccorso pubblico, proprio per la peculiarità dei loro compiti, hanno numerosi contatti, spesso sotto la distanza minima di sicurezza, oltre che con i cittadini anche, ovviamente, con i propri colleghi». E la paura che Taiani esprime è quella che si possa arrivare a dover mettere in quarantena tantissimi di loro, con le immaginabili conseguenze.
«Le chiediamo – chiude il suo appello il segretario regionale di Unarma – di voler istituire un protocollo che preveda il “tampone” per gli operatori delle Forze dell’Ordine e Soccorso Pubblico che prestano servizio in regione».