Il Covid-19 costringe allo stop le competizioni sportive di mezzo mondo, con ripercussioni economiche e sociali mai verificatesi prima. Cosa ne sarà alla fine dell’emergenza?
di Maria Esposito e Nello Vicidomini
Lo sport chiude i battenti. L’emergenza Coronavirus ha portato alla sospensione di ogni attività agonistica nella maggior parte dei Paesi, ormai in larga scala coinvolti nel contagio. Sarà lo stesso quando tutto questo finirà? È la domanda che in molti in questi giorni si pongono. Il calcio, il basket, il ciclismo, l’automobilismo, il motociclismo: gli sport più diffusi e seguiti al mondo devono fare i conti con quella che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito pandemia, una minaccia globale, capace di scuotere da un giorno all’altro le istituzioni governative, costringendole ad attuare provvedimenti restrittivi di ogni genere.
Tra questi rientra chiaramente lo stop a tutte le attività sportive, massime competizioni comprese. Dopo un lungo periodo di sottovalutazione generale del problema, il coronavirus è piombato di colpo nel mondo dello sport, in particolare nel mondo del calcio: in Italia, mentre si discuteva di giocare le partite di Serie A con il pubblico oppure a “porte chiuse”, mentre il rinvio della sfida scudetto Juventus-Inter scatenava le critiche o le approvazioni, il Covid-19 si stava già facendo largo tra gli atleti di alcune compagini. Tra mercoledì ed oggi, sono infatti risultati positivi cinque calciatori della Sampdoria, uno della Juventus e tre della Fiorentina, costringendo i loro compagni alla quarantena forzata e i loro staff medici a tenerli sotto controllo. Precedentemente erano stati già coinvolti calciatori della Pianese e della Reggiana in Serie C. Diverse le soluzioni proposte per terminare i campionati, ma dopo gli ultimi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, tutto è stato rinviato a date successive al 3 aprile, anche se probabilmente si andrà ancora oltre. Insomma, in Italia il calcio si ferma, per legge. Non era mai accaduto prima nella ultracentenaria storia dello sport in Italia, tranne che per le stagioni 1943-44 e 1944-45, a causa della Seconda guerra mondiale. Con notevole ritardo, anche in altri Stati europei si sta iniziando la lotta al Coronavirus, con la sospensione di tutti i campionati maggiori e delle competizioni europee, compresa la Premier League inglese, dove il Liverpool, ormai sicuro della vittoria, teme la beffa per un trionfo atteso da ben trent’anni. A questo punto sembra ormai chiaro che gli Europei 2020, in programma quest’estate, saranno rinviati all’anno prossimo, con tutte le conseguenze economiche del caso, tra cui le cancellazioni delle prenotazioni in hotel da parte dei tifosi. Ma il tutto non si ferma al calcio. Posticipata anche la partenza del Giro d’Italia 2020, la cui nuova data sarà annunciata non prima del 3 aprile, con la Corsa Rosa che doveva avere inizio il 9 maggio a Budapest. Cancellate le classiche in Belgio fino al 31 marzo, il Giro di Catalogna in Spagna e il Tour de Bretagne in Francia. Negli Stati Uniti è stato sospeso il torneo nazionale di basket più famoso, seguito e ricco al mondo, la NBA, in seguito ad un caso di Covid-19, così come l’Eurolega e l’Eurocup. Rischiano quindi le sponsorizzazioni in atto per gli accordi televisivi milionari, oltre agli incassi. Stesso discorso per Formula 1 e MotoGP: per il motociclismo, saltato il GP di Austin, si debutterà a Jerez il 3 maggio, salvo nuove scelte dettate dal mutare degli eventi; in Formula 1, dopo la fuga notturna di molti piloti da Melbourne, dovuta alla notizia di un caso di positività nella scuderia McLaren, regna la confusione. Rinviati i GP di Australia, Bahrein, Cina e Vietnam, sono quasi sicuri gli slittamenti dei Gran Premi di Olanda, Spagna e soprattutto Monte Carlo, appuntamento storico per tutti gli appassionati, con la ripresa prevista per Baku. Conseguenze devastanti dal punto di vista economico per uno sport tramite cui circolano milioni e milioni di euro ogni anno e conseguenze anche sociali per tutti gli appassionati lasciati in balia di poche certezze. Sotto l’occhio pubblico sono ancora in bilico le ipotesi future sullo svolgimento delle prossime Olimpiadi: il Comitato olimpico internazionale (Cio) deve esprimersi per un possibile rinvio delle Olimpiadi di Tokyo, anche se il governatore di Tokyo ha definito impensabile la cancellazione dei Giochi olimpici. A questi sport si aggiunge anche lo stop dei tornei del tennis fino al 26 aprile e dell’hockey su ghiaccio. L’interruzione riguarda tutti i campionati e le leghe cui prendono parte società sportive italiane e riguarda anche i campionati internazionali di AHL ed EBEL. Pertanto, per la stagione 2019/2020, non verranno assegnati i titoli nazionali che non siano ancora stati attribuiti e saranno bloccate eventuali promozioni e retrocessioni. Dopo Aare, salta anche l’appuntamento di Kranjska Gora valido come ultima tappa della Coppa del mondo di sci alpino, invece il PGA Tour di golf sta andando in scena a porte chiuse. Il coronavirus non si limita, però, all’ambito nazionale e internazionale, portando a conseguenze anche nei campionati interregionali e regionali, coma la Serie D, a cui partecipa la Nocerina. In tal senso, diverse sono le ipotesi avanzate dai vari organi federali. Il vicepresidente della Lega Nazionale Dilettanti, Sandro Morgana favorevole alla conclusione regolare del campionato ha lanciato un appello alla Lega e alla FIGC affinché si sforzino per provare a salvare la stagione in corso pur andando oltre i tempi stabiliti ad inizio stagione, al costo di giocare anche a luglio e assicurare sostenibilità al sistema che si basa di fatto sull’autofinanziamento da parte dei club. Un pensiero questo in ottica positivista, profetizzato dal fatto che il 3 aprile non ci sia un ulteriore decreto restrittivo. Il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia non esclude invece una conclusione della stagione sportiva tenendo conto delle classifiche maturate, cosa al quanto favorevole alla Nocerina per la salvezza acquisita. Il calcio dilettantistico è formato da un esercito di persone e se la stagione dovesse riprendere ovviamente i danni sarebbero più contenuti. I contratti scadono il 30 giugno, oltre questa data è probabile che si facciano nuovi accordi. Non entrano solo in ballo contratti, ma tutto ciò che gira attorno a questo sport e, a questo punto, il Governo deve incentivare i club altrimenti il rischio fallimento è dietro l’angolo per chi già viveva un equilibrio economico precario, inevitabilmente acuito dall’emergenza. Nella difficoltà di fare pronostici, il calcio diviene un elemento in secondo piano: la salute dei tesserati e delle persone vale più di ogni altra cosa. La Nocerina, comunque, come altre formazioni, sta seguendo programmi di allenamento personalizzati da casa per mantenere alta la condizione fisica, per far sì che gli atleti siano pronti appena il Governo sancisce tale possibilità. Ma in questi giorni tutta la popolazione mondiale è chiamata a fare sforzi, rinunciando anche allo sport inevitabilmente, al punto da diventare l’ultimo dei pensieri: prendere delle precauzioni e rispettare la legge, è sinonimo di senso civico, ora necessario. Questo drastico e repentino cambiamento dello stile di vita di tutti noi ha aperto nuovi scenari: se da un lato vi è la responsabilità di contrastare la diffusione del COVID-19 a salvaguardia della salute, dall’altra gli economisti sono impegnati a tracciare i primi gravi effetti economici del Coronavirus sul Paese e in particolar modo sullo sport. I primi dati derivano dai rinvii e sospensioni. Il calcio lo sport più colpito, ma anche gli sport minori iniziano a fare i primi bilanci. Lo sport arriva quindi per la prima volta nella storia a porsi domande sulla propria utilità come strumento sociale, così come le stesse istituzioni sportive devono fare i conti con la burocrazia delle strutture e con le proprie capacità gestionali, dimostrando di essere all’altezza di una situazione senza precedenti. Cosa ne sarà quindi dello sport al termine di tutto questo? Probabilmente cambierà poco, ma si avranno ripercussioni economiche e sociali per un lungo tempo. Il mondo sportivo, nelle sue funzioni e concezioni, non sarà più lo stesso.