La riflessione dell’avvocato Anna Panariti mentre monta la polemica social a cause delle misure restrittive da persone ammalate di “fame d’aria” e da shopping compulsivo
di Anna Panariti
Mentre la situazione epidemiologica diventa sul territorio nazionale sempre più allarmante ed in Campania e, nello specifico, nella provincia di Salerno si sono registrati casi di persone contagiate dal virus, non mancano polemiche a dismisura sulle misure applicate e da applicarsi al fine di diminuire ed azzerare il rischio di contagio.
Persone letteralmente in balìa della “fame d’aria“, che necessitano quotidianamente di uscire, di acquistare ogni giorno beni di prima necessità, disposte a fare file lunghe pur di acquistare ed accantonare provviste in uno stato emergenziale ma non di carestia.
L’emergenza epidemiologica si è tradotta in una folle corsa ai supermercati ed il rischio di contagio aumenta.
Mentre il Governo su territorio nazionale ed anche a livello locale emettono disposizioni da seguire, resta difficile trattenere le persone a casa e responsabilizzarle sulla gravità del problema Coronavirus che sta falcidiando vite in tutta l’Italia.
Le persone non capiscono che devono stare a casa ed ancora oggi si registrano a Nocera Inferiore lunghe file fuori ai supermercati, assembramenti che elevano le percentuali di potenziale contagio e di diffusione e trasmissione del virus.
Attente nella corsa all’accaparramento di viveri ma non altrettanto prudenti ed attente nella profilassi: persone a distanza ravvicinata, sprovviste di misure di precauzione, non munite di mascherine, si accalcano per comprare il “pane”.
Cresce sempre più la necessità di dissuadere condotte irresponsabili e socialmente dannose ricorrendo alla “repressione”. Il controllo capillare del territorio onde scongiurare l’arrivo di una condizione epidemiologica tale da far collassare una sanità già “critica” risulta l’unica strada, non auspicabile, ma percorribile per far comprendere ai cittadini che la “libertà finisce dove inizia quella dell’altro”.
Circolare liberamente ed in modo irresponsabile ed azzardato, in questo momento storico molto critico, si traduce in una totale assenza del dovere di rispettare il diritto alla libertà, alla salute, dell’altro.
Impiegare i militari per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica in tempo di pace è scelta molto controversa, che ha animato vivaci discussioni tra costituzionalisti ed esperti di diritto, nonché polemiche e scontri sul web.
In un momento delicato come questo due ingredienti sono fondamentali per evitare il peggio e contenere il problema: responsabilità e coscienza.
Purtroppo atti irresponsabili non possono cagionare danni ad una comunità che già paga le conseguenze di una sanità inginocchiata da palleggiamenti politici, tagli immotivati e da condotte governative scellerate: l’esercito, le Forze dell’ordine dovrebbero servire a limitare la presenza per le strade di persone che stanno violando le disposizioni del governo, che riguardano assembramenti e vita sociale.
L’unico obiettivo che va raggiunto è il contenimento del contagio togliendo al virus le possibilità di passare da persona a persona: l’unica vera strada è costringere gli irresponsabili a non fare pagare ad altri le conseguenze della propria irresponsabilità.
E allora sembra sia il caso di evitare sterili polemiche ed occupare il nostro tempo, da casa, esortando le persone, i concittadini a compiere uno sforzo collettivo di responsabilità, assumendo una gigantesca presa di coscienza , bandendo ogni forma di egoismo e narcisismo in nome di un bene più ampio: la salute!
È necessario si comprenda che entrare in relazione con un altro in questo momento critico significa danneggiarlo.
In ossequio al principio di massima precauzione non può e non deve vedersi il “restare a casa” e “i contatti sociali” favoriti con le passeggiate, come una limitazione della libertà di movimento di ognuno.
Le misure drastiche in questo momento aiutano i cittadini a non ammalarsi, a non morire e senza la collaborazione dei cittadini ogni forma di aiuto, nel loro interesse, è destinata a fallire.
Non saranno i blindati a battere il coronavirus, ma la collaborazione di tutti ed il sacrificio di restarsene a casa. Solo cosi, il virus resterà fuori la porta e presto si potrà nuovamente discutere di temi importanti, degli errori politicamente fatti, e adesso, data la situazione tragica, si lascino le polemiche in quarantena.