Il Governatore, con due ordinanze emesse oggi, proibisce in modo assoluto l’allontanarsi dalla propria abitazione tranne rare eccezioni e blocca alcuni servizi sanitari
L’ha detto e l’ha fatto: nessuno può uscire da casa fino al 25 marzo. Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, con due ordinanze, la 15 e la 16, obbliga i campani a rimanere in casa fino al 25 marzo.
Le pene per i contravventori sono severe: l’obbligo di segnalazione al competente Dipartimento di prevenzione dell’ASL e l’obbligo immediato per il trasgressore medesimo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni, con divieto di contatti sociali e di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza.
Il mancato rispetto degli obblighi di isolamento domiciliare è punito, ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro. Ma se si risultasse positivi al Coronavirus le pene sarebbero molto più severe. Sono consentiti esclusivamente spostamenti temporanei ed individuali, motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. In dettaglio, sono considerate situazioni di necessità quelle correlate ad esigenze primarie delle persone (fare la spesa, andare in farmacia, una visita medica urgente) e degli animali d’affezione, per il tempo strettamente indispensabile e comunque in aree contigue alla propria residenza, domicilio o dimora.
È consentita la presenza di un accompagnatore esclusivamente nei seguenti casi: spostamento per motivi di salute, ove lo stato di salute del paziente ne imponga la necessità; spostamento per motivi di lavoro, purché si tratti di persone appartenenti allo stesso nucleo familiare e in relazione al tragitto da/per il luogo di lavoro di uno di essi.
Inoltre, con l’ordinanza 16, con decorrenza immediata e fino al 3 aprile sono sospese su tutto il territorio regionale le attività sanitarie e assistenziali di tutti i servizi sanitari e sociosanitari territoriali semiresidenziali pubblici e privati nonché tutti i servizi sociali a regime diurno attivati dagli ambiti sociali. Sono sospesi anche tutti i servizi ambulatoriali e domiciliari di riabilitazione estensiva e di specialistica, fatte salve quelle urgenti e indifferibili, ovvero quelle per cui i medici segnalano sia assolutamente necessario non interrompere il progetto riabilitativo.