Il dirigente responsabile del servizio farmaceutico Distretto Sanitario 67 di Mercato San Severino prova a fare chiarezza sugli effetti del farmaco contro l’artrite, sperimentato prima in Cina, poi a Napoli, per combattere il Covid 19
di Valerio D’Amico
In un momento di profonda angoscia per l’elevato numero di vittime causate dall’eccessivo proliferarsi del Covid 19, (1016 decessi stimati in base agli ultimi dati raccolti), un piccolo spiraglio di luce rincuora tutti gli italiani. L’impiego di tocilizumab, farmaco anti-artrite, nei pazienti affetti da Coronavirus, sembra dare risultati sempre più incoraggianti.
A tal proposito, per doverosi chiarimenti da fornire alla cittadinanza, abbiamo contattato la dottoressa Angela Dovinola, dirigente responsabile del servizio farmaceutico Distretto Sanitario 67 Mercato San Severino: «Il tocilizumab è in commercio per la cura dell’artrite reumatoide; ha azione antinfiammatoria e agisce bloccando un mediatore dell’infiammazione, l’interleuchina 6. Poiché il Covid 19 può causare molto frequentemente anche la polmonite interstiziale, questa molecola blocca o rallenta il problema ai bronchi, liberando gli alveoli e creando una risposta positiva al grande problema del collasso polmonare. Il farmaco è ospedaliero ed è somministrato per infusione endovenosa. Questa sperimentazione è stata effettuata su 21 pazienti in Cina e sta avendo riscontro anche a Napoli, dalla collaborazione tra la Cina e l’ “Istituto IRCCS Fondazione Pascale” e l’Ospedale dei Colli. Al momento si tratta di uno studio che potrebbe essere facilitato dalla concessione gratuita del farmaco da parte dell’azienda farmaceutica che lo produce. Il messaggio importante che deve passare è che il farmaco non agisce per bloccare il Covid 19, non essendo un antivirale, ma migliora la sintomatologia legata al problema polmonare».