Simpaticissima iniziativa che ha coinvolto il professor Orazio Mezzetti nel plesso Cicalesi del terzo istituto comprensivo cittadino, poi sospesa forzatamente per la chiusura delle scuole a causa del Coronavirus
di Valentina Milite
Rinviata a causa della chiusura delle scuole la seconda ed ultima del laboratorio teorico e pratico di araldica semplificata per ragazzi, rivolto agli studenti delle tre quinte elementari del 3° Istituto Comprensivo Statale di Nocera Inferiore, Plesso Cicalesi, del professor Orazio Mezzetti, ex generale di Corpo di Armata con incarichi superiori.
L’iniziativa, prima nel suo genere nel territorio campano, è stata ben accolta dalla dirigente d’Istituto, la professoressa Maria Ventura e dalle insegnanti delle classi coinvolte; ma ha soprattutto incontrato l’entusiasmo dei giovani studenti, i quali hanno avuto occasione, grazie a questo corso, di confrontarsi con una disciplina nobile ed antica ma ahinoi oggi ai più, poco conosciuta. Sì, perché l’araldica, come ci tiene a sottolineare il dottor Mezzetti è una disciplina che ha «sue regole, cromie e simbologie ben specifiche» ed è quindi una materia che richiede esperienza, competenze e conoscenze in ambito civico e storiografico, senso estetico, nonché abilità grafiche ed artistiche, e non è quindi possibile improvvisarsene conoscitori, ma bisogna averne reale cognizione, al fine di poterla rispettare e dunque praticare.
Cordiale nei modi e dall’eloquio fluente, questo professore ed ex generale veneziano stabilitosi ormai da anni a Nocera Superiore, ha un curriculum vitae di tutto rispetto: tra l’altro è presidente e rettore della Serenissima Accademia degli Stemmi, nonché docente in Scienze dell’Araldica e Storia ed Estetica Araldica, consulente tecnico esperto e perito araldico. Autorevole in materia, ha posto in più occasioni (“per amor di verità” cit.), questioni sulla correttezza dell’uso di simboli e colori in taluni stemmi e sulla competenza e preparazione fra quanti si sono talvolta autoproclamati suoi colleghi.
Quando gli chiediamo il perché di questi corsi rivolti ai giovani, risponde: «Questa iniziativa nasce da puro spirito filantropico. Durante le mie lezioni poi, oltre ad un’introduzione con nozioni storiche e teoriche ed il laboratorio in cui i ragazzi possono sperimentare un primo approccio pratico al disegno araldico, introduco argomenti come la cavalleria e la figura del cavaliere nel mondo medievale, perché rinasca un po’ l’amore per quei valori, per quel tipo di educazione, cultura ed etica comportamentale. Per me il fine ultimo in fondo è quello di lasciare ai giovani…di instillare in loro il seme di una cultura nuova ed identitaria. Offrire un’opportunità per il futuro, soprattutto negli ambienti artistici, perché i ragazzi possano crearsi una professione, appassionandosi a quest’arte antica che presenta tutt’oggi vasti ambiti applicativi, ma per cui spesso manca la necessaria preparazione e/o non viene ancora fornita adeguata formazione». Lacuna cui anche il professore sta lavorando con il patrocinio di alcuni atenei italiani, oltre che appunto per mezzo della sua Serenissima Accademia degli Stemmi.