Il primo cittadino, Manlio Torquato, decide di non incassare gli attacchi dell’ex assessore e risponde a muso duro: «Taccio ogni considerazione di quale sia stata la gestione delle politiche sociali»
di Manlio Torquato
Leggo ormai con poca sorpresa le dichiarazioni dell’ex assessore Trotta. Quasi del tutto prive di fondamento. Più del loro contenuto è lo stile, il modo e il tempo con cui l’ex ha ritenuto di intervenire.
Taccio ogni considerazione di quale sia stata la gestione delle politiche sociali nell’ultimo biennio, perché è fotografata in una relazione del nuovo dirigente e che è ben nota anche all’assessore e che sarà discussa anche con le forze consiliari.
Perché sarei ingeneroso ad addebitargli in toto responsabilità che sono soprattutto gestionali.
Ma dalle quali non può pensare di essere totalmente estraneo dopo due anni e mezzo di assessorato gestito con assoluta autonomia.
Mi riferisco piuttosto alle affermazioni su cui, attaccando il suo stesso partito, infine mi accusa di scelte tencniche fatte in ragione di un mio futuro opportunismo politico.
Detto da chi era capolista e capogruppo civico per poi andarsene in quel Pd che criticava a settimane alterne, è già di per se un paradosso.
Che fa a pugni oltretutto con la logica dei fatti: la nomina a vicesindaco della mia giunta di una dirigente nazionale del Pd.
Nessuna manovra politica che non si capisce dove sia visto che buona parte degli assessori sono tecnici.
Una insinuazione la sua che se conferma il mio civismo, fotografa il comportamento di chi, appena perso il ruolo ti tira un calcio. Un peccato che voglio sperare induca l’avv. Trotta ad una piu’ serena riflessione, col tempo. Per non ridursi ad essere un oppositore qualsiasi.