Insufficienza venosa: via libera a nuovi parametri anatomici ed emodinamici per l’approccio alle tecniche chirurgiche. Lo ha reso noto il dottor Maurizio Pagano dell’ospedale Tortora di Pagani
Si amplia la gamma di pazienti che possono accedere alle nuove metodiche interventistiche mini-invasive, grazie alla tecnica della safena esclusa. È quanto emerge da uno studio osservazionale su oltre 3000 pazienti condotto dal dottor Maurizio Pagano, i cui esiti sono stati illustrati durante i lavori del Congresso nazionale sulle patologie vascolari di Vietri sul mare promosso dalla Società italiana di Flebo Linfologia. Tra i casi osservati, una paziente siciliana operata alla fine di novembre all’ospedale di Pagani con la tecnica della safena esclusa.
L’accesso alle nuove tecniche chirurgiche mini-invasive può essere garantito anche a quei pazienti che fino ad oggi non presentavano parametri ritenuti idonei per la buona riuscita dell’intervento. È una delle novità emerse dai lavori della dodicesima edizione del Congresso nazionale/corso teorico-pratico di aggiornamento in Patologie vascolari, promosso dalla SIFL (Società italiana di Flebolinfologia) e tenutosi nell’ultimo fine settimana nella sala congressi del Lloyd’s baia hotel di Vietri sul Mare contestualmente al primo meeting in Campania della neonata Federazione Flebologica italiana.
Ad annunciarlo è stato il dottor Maurizio Pagano, presidente SIFL, dirigente medico presso l’Unità operativa complessa di Chirurgia generale ed oncologica dell’ospedale “Andrea Tortora” di Pagani nonché ideatore della tecnica della safena esclusa (EVST), che ha illustrato gli esiti di uno studio osservazionale condotto su 3296 pazienti affetti da insufficienza venosa. Pagano, docente di chirurgia delle varici presso il Master di Angiologia dell’Università “Gemelli” di Roma (diretto dal professor Paolo Tondi), ha dimostrato, dati alla mano, che ci sono nuovi parametri anatomici ed emodinamici da prendere in considerazione per la scelta della migliore strategia chirurgica per il paziente, in termini di efficacia e sicurezza.
La notizia è stata accolta con entusiasmo dalla platea del Congresso, composta da flebologi e chirurghi vascolari provenienti da ogni parte d’Italia, riuniti per un nuovo confronto sulle ultime novità per il trattamento e la cura delle principali patologie vascolari.
“Si è sempre ritenuto che il diametro safenico misurato alla coscia e il tempo di reflusso fossero i parametri di riferimento per la scelta della strategia chirurgica – spiega il dottor Maurizio Pagano, promotore dell’evento – Dal lavoro osservazionale che ho condotto su 3296 pazienti è, invece, emerso che questi parametri sono insufficienti. Per avere un quadro anatomico ed emodinamico più chiaro, e valutare poi la migliore e più corretta strategia chirurgica da adottare è indispensabile misurare il diametro safenico anche alla crosse, all’inguine, e soprattutto valutare la velocità del reflusso e la portata”.
Tra i casi inseriti nell’attività di osservazione condotta dal dottore Pagano c’è anche quello di una paziente siciliana operata alla fine di novembre all’ospedale di Pagani con la tecnica della safena esclusa. La signora in questione, Salvina De Grandi, 55 anni, presentava una insufficienza venosa degli arti inferiori, con parametri anatomici ed emodinamici “avanzati” che in precedenza erano stati ritenuti inadatti per accedere alle tecniche di intervento mini-invasive. La paziente lamentava forti dolori alle gambe. Si era rivolta ai migliori centri di chirurgia vascolare della sua regione, ma nessun medico si era reso disponibile ad operarla con procedure mini-invasive, per i rischi connessi. Esasperata, la signora De Grandi aveva acquisito, tramite internet, tutte le informazioni relative alla tecnica della safena esclusa, decidendo di affidarsi al dottor Maurizio Pagano per risolvere i suoi problemi, nella speranza di poter ovviare all’alternativa di sottoporsi ad interventi tradizionali e più invasivi.
“Sono stata davvero fortunata. – ha testimoniato la signora De Grandi – Avevo dolori atroci all’inguine e alle gambe, nessun medico si era reso disponibile ad operarmi con tecniche mini-invasive. Ho letto di questa tecnica sul web. Ho intuito che poteva essere l’occasione giusta. Così ho contattato l’ospedale di Pagani per rintracciare il dottor Pagano, che mi ha accordato subito un appuntamento per visitarmi. Una settimana dopo ero a Pagani, sono stata operata da lì a qualche giorno. Non ho avvertito alcun dolore. Non ho avuto problemi. E il pomeriggio stesso sono stata anche dimessa. Per di più, ho sostenuto solo i costi del ticket”.
La presenza della Federazione flebologica italiana ha rappresentato un’altra novità del Congresso, con gli interventi del presidente AFI (Associazione Flebologia italiana) Demetrio Guarnaccia, del presidente SIFCS (Società italiana di Flebologia clinica sperimentale) Massimo Danese e del dottor Alessandro Frullini, promotore di Scleroterapy, il primo meeting della neonata Federazione tenutosi a Pisa a settembre scorso. Di particolare interesse la prima sessione del Congresso, dedicata all’Emodinamica, con la partecipazione dei migliori emodinamisti in Italia. Di grande spessore scientifico i contributi del professor Corradino Campisi e della professoressa Marzia Salgarello, i due maggiori esperti a livello nazionale del linfedema oncologico, che hanno presieduto la quinta sezione del Congresso, nella giornata di sabato, introducendo le relazioni del dottor Maurizio Pagano e la lettura magistrale del dottor Massimiliano Fabozzi, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale ed oncologica dell’ospedale “Andrea Tortora” di Pagani.