Una versione riveduta dal maestro coreografo Luc Bouy portata in scena dai ballerini professionisti della Compagnia Dansepartout dagli allievi del Dancestudio di Daniela Buscetto
di Gigi Di Mauro
Saranno quasi ottanta i ballerini impegnati a portare sulle scene del teatro Diana di Nocera Inferiore, sabato 14 dicembre alle 20:30, lo “Schiaccianoci“, celeberrimo balletto basato sulle musiche di Pëtr Il’ič Čiajkovskj.
Ad interpretarlo i danzatori professionisti della Compagnia Dansepartout, dei maestri Luc Bouy e Gaetano Petrosino, affiancati dagli allievi del Dancestudio di Daniela Buscetto.
La coreografia originale riadattata da Luc Bouy, i costumi, la scena ci proietteranno nella più classica e suggestiva atmosfera natalizia, attraversando anche quel sottile passaggio che conduce dall’infanzia all’adolescenza. Lo spettacolo è promosso dalla Pro Loco di Tutti e patrocinato dal Comune, rientrando nel cartellone delle iniziative natalizie. Per informazioni e per contattare il botteghino è possibile chiamare il 3348007911 o il 3272185747, o infine lo 081924426.Čiajkovskj, nel comporre le musiche tra il 1891 e io 1892, seguì minuziosamente le indicazioni del coreografo Marius Petipa e, in seguito, quelle del suo successore Lev Ivanov. Il balletto fu commissionato dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij, e la storia deriva dal racconto Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1816), rivisitato da Alexandre Dumas padre nel 1845 come “Storia di uno schiaccianoci”.– In che modo hai dato la tua impronta personale a questo capolavoro, Luc?
«La storia è uguale – risponde il maestro Luc Boui – ci sono i passi a due, le variazioni … Il contesto è quello di questa famiglia che festeggia la vigilia di Natale. Ci sono gli invitati che arrivano con i bambini, cui regalano fucili con i quali i bimbi fanno una marcia cui ho voluto dare anche un messaggio antiguerra. Molto ruota anche intorno al mago Drossermeier, e al principe Schiaccianoci. Ma non voglio rovinare la sorpresa a chi verrà».
Nel parlare della trama, il maestro Bouy non si trattiene da qualche battuta che dimostra come si sia pienamente calato nello spirito campano. E infatti quando ci parla di Drossermeier che ruba l’acqua ai fiori che per questo muoiono, si lascia sfuggire un simpaticissimo «Drossermeier, la Gori».– Quanto tempo è stato necessario per montare lo spettacolo?
«Oltre due mesi, con prove quotidiane in cui una delle difficoltà più grandi è stato il metter tutti insieme, visto che parliamo di ballerini professionisti che ballano all’Arena di Verona, al San Carlo. Di una cosa vorrei approfittare: ringraziare un eccellente sarto nocerino, Pasquale Aramo, che ha un atelier di alto livello e che ci ha prestato i vestiti da festa degli ospiti come sponsor».
– Sei a Nocera da 12 anni: hai visto in questo periodo una città che migliorava o al contrario?
«Di certo ho visto una città divenuta molto più aperta, c’è molta più gente. Esci a mezzanotte in qualsiasi giorno e vedi ristoranti pieni, bar pieni. C’è molta vita sociale. Resta però ancora difficile portarli a teatro a vedere cose un po’ più impegnative della commedia napoletana, che rappresenta un grande momento culturale, ma se parliamo di cose un po’ – come dire – più profonde resta ancora difficile. Oppure, certo, con tante eccezioni per fortuna, vengono solo ad eventi che vengono considerati “In” e non apprezzano gli sforzi di chi vuole portare cultura. Comunque mi sento molto amato dalla città e in 12 anni abbiamo acquisito un pubblico che ci segue e ci apprezza. Anche il Comune quest’anno ci ha sostenuto di più».